Oltremare – Tama 38

danielafubini2La prima volta che ho sentito le parole “Tama 38” ero in piedi davanti al distributore di acqua filtrata fredda o bollente che si chiama “Tami 4” e ho pensato che i colleghi di allora parlassero di una versione antiquata della stessa macchinetta, che tutti usiamo in Israele per bere acqua ghiacciata o per farsi il nescafè o il caffè turco. Il mio ebraico all’epoca non era eccellente, e non ho fatto caso al fatto che i colleghi stavano parlando della riunione di condominio di uno di loro, che ho poi scoperto aveva firmato appunto il “Tama 38”, cioè la ristrutturazione del fabbricato secondo le norme antisismiche passate nel 2005 e da allora troppo lentamente applicate.
In questi giorni di lutto in Italia, i notiziari aprono sempre con aggiornamenti sul terremoto: danni, vittime, salvataggi; anche se i giornalisti devono poi fare dei graziosi scioglilingua per riuscire a pronunciare Amatriciana, pur con qualche approssimazione. E come per magia si sono tutti ricordati che Israele nella sua minimalità quanto a chilometri quadri siede comodamente sulla faglia sirio-africana ed è a rischio terremoti dagli effetti disastrosi. Chi sia mai stato al sito archeologico di Beit Shean sa che i terremoti qui sono parte della storia del paese.
I palazzi costruiti in Israele prima del 1980 potrebbero in teoria tutti avvalersi della legge Tama 38 per rinforzare i muri e le fondamenta, e aggiungere con relativa liberalità parcheggi sotterranei o un paio di piani in altezza, cosa che sempre in teoria dovrebbe far gola ai proprietari. Ma si vedono molti più palazzi livellati per costruire nuove torri dai trenta piani in su, che non progetti più modesti per mettere in sicurezza case già esistenti di tre o quattro piani.
Ho imparato nel frattempo la differenza fra Tami 4 e Tama 38, ma i progressi in fatto di case antisismiche sono pochi. E ho una crepa orizzontale lungo tutto l’appartamento che il padrone di casa sostiene sia lì identica dai tempi della costruzione del palazzo, negli anni ‘60. Mah, io la tengo d’occhio.

Daniela Fubini, Tel Aviv Twitter @d_fubini

(29 agosto 2016)