Roma, l’assessore alla Cultura:
“Tema complesso, ci ha subito affascinati”

G. CalòGiorgia Calò (nella foto) si occupa di arte contemporanea da oltre quindici anni. Critica a storica dell’arte, ha curato mostre e portato in Italia molti artisti da Israele. È assessore alla cultura della Comunità ebraica di Roma dal luglio 2015. Con l’Archivio storico della Comunità (ASCER) e il Centro di Cultura Ebraica ha ideato il programma della Giornata del prossimo 18 settembre.

Il tema di quest’anno, “Lingue e dialetti ebraici”, è tanto affascinante quanto di non semplicissima comprensione: il pubblico mainstream rischia di non comprendere subito di che si parla.
Come avete affrontato l’argomento?

Il tema ci è piaciuto molto, proprio perché impegnativo: ci piace affrontare nuove sfide, anche complesse.
Abbiamo cercato di realizzare un programma ampio, che comprendesse concerti, spettacoli, mostre, simposi e momenti di intrattenimento. Partiamo il sabato sera con un concerto di Eyal Lerner, incentrato sul ladino, il judeo espanol parlato dai sefarditi, e chiudiamo la sera della domenica con uno spettacolo in giudaico romanesco. In mezzo, ci sono mostre d’arte, visite guidate e tanti momenti di cultura e approfondimento, che possano restituire il “melting pot” di cui è fatto l’ebraismo italiano, che comprende anche le culture sefardita, aschenazita e altre influenze.
Partiamo da Eyal Lerner: in cosa consiste il suo “Lingua madre”?
Eyal Lerner è uno straordinario artista israeliano, si è già esibito su diversi palcoscenici in Italia. Nei suoi spettacoli mischia linguaggi musicali: la cifra della serata sarà il judeo‐espanol, ma si alterneranno canti in yiddish, pezzi in inglese e in ebraico moderno. L’omaggio alla cultura sefardita emergerà anche dalle proiezioni dietro di lui: dieci micrografie del Codice di Barcellona, un antico libro della Torah, risalente al 1325, appena restaurato dall’Ascer in collaborazione con l’Istituto Cervantes e l’Ambasciata d’Israele in Italia. Sono immagini straordinarie, ricordano un po’ i quadri di Tobia Ravà: le lettere ebraiche formano figure, una Menorah, uno Shofar e altre immagini miniate dagli scriba quasi sette secoli fa.
Sono previsti diversi approfondimenti sull’ebraico, oltre che sulle diverse declinazioni linguistiche e dialettali. Sì, di ebraico parleremo con Hora Aboaf, che darà una lettura più “cabbalistica”, e con rav Benedetto Carucci, la cui lezione sarà incentrata sul Talmud. Ma ci saranno anche approfondimenti sul giudaico romanesco, e in più il gruppo giovanile Haviu Et Hayom ha messo in piedi “Babele in rime”: i ragazzi distribuiranno testi di poesia ebraica, scritti in diverse lingue e dialetti. Ne approfitto per ringraziarli per il loro impegno: hanno fatto tutto da soli, dalle ricerche bibliografiche alla stampa dei testi.
Molti gli appuntamenti con l’arte. A partire dall’esposizione di quattro opere di Paola Levi Montalcini, provenienti dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
Si tratta di lavori degli anni ‘70, molto interessanti, del ciclo “Morsure sul rame”. La Levi Montalcini ha lavorato con una tecnica complessa che combina forme geometriche con segni, cifre e lettere. Per esempio “Libro aperto”, che dà il titolo alla mostra in oggetto, riprende un testo ebraico che si sovrappone a un testo matematico. Un’altra opera riprende un testo in arabo, una terza usa segni indecifrabili, una pseudoscrittura, uno pseudolinguaggio, e una quarta rappresenta funzioni matematiche. Ci sono poi altri due eventi: la Galleria Anna Marra propone una mostra di opere di Ariela Bohm e Irma Alonzo, in cui la parola ha una funzione plastica, diventa segno scolpito, tridimensionale, e la presentazione del libro di xilografie di Francesco Parisi “Fuoco nero su fuoco bianco”, in dialogo con Georges De Canino.
Non poteva mancare l’appuntamento con la vera lingua degli ebrei romani: il giudaico‐romanesco.
Chiudiamo la Giornata europea proprio con uno spettacolo in giudaico‐romanesco, “Ce veniti a’ recita”, al quale hanno lavorato, per la prima volta insieme, Alberto Pavoncello e la sua “Compagnia quasi stabile”, la compagnia “Quelli del giudaico romanesco” e Daniele Volterra. L’ideale chiusura di questa edizione dal tema così denso e interessante.

Marco Di Porto

Nella Capitale una grande giornata di cultura

Libro aperto, PL MontalciniA Roma è previsto un programma fitto e molto vario, tra visite guidate e concerti, mostre d’arte e passeggiate archeologiche, lezioni e spettacoli in giudaico-romanesco.
La manifestazione si apre sabato 17 settembre, alla sera, con l’incontro-conversazione (ore 21.00, Palazzo della Cultura, via del Portico d’Ottavia, 71) tra lo scrittore ed esperto di ebraistica e di mistica ebraica Giulio Busi con il Rabbino Capo Riccardo Di Segni, sul tema “Il linguaggio scientifico e il linguaggio poetico nel Talmud e nella Cabbalà”. Modera Clelia Piperno.
Seguirà il concerto-spettacolo del musicista israeliano Eyal Lerner “Lingua madre. La musica ebraica fra lingue e culture diverse”.
Durante la serata, saranno proiettate delle micrografie del Codice di Barcellona (1325), di recente restaurato dall’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma, in un progetto che ha visto la collaborazione con l’Instituto Cervantes e l’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele.
Si continua domenica 18 settembre, con un programma per tutti i gusti e per tutte le età ideato e organizzato dall’Assessorato alla Cultura, dal Centro di Cultura Ebraica e dell’ASCER – Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma.
A partire dalle visite guidate, da mattina a sera, al Museo ebraico, al Tempio Maggiore, al Tempio Spagnolo, al Tempio dei Giovani dell’Isola Tiberina e con percorsi nelle strade dell’ex ghetto e a Trastevere a cura dell’Associazione “Le Cinque Scole”. Visite guidate anche alla parte ebraica del sito archeologico di Ostia Antica, dove sorgono i resti di un’antichissima sinagoga.
Al Museo ebraico, inaugurazione della mostra temporanea “Libro aperto. Quattro opere di Paola Levi Montalcini”, in prestito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna (fino al 31 ottobre).
Altri due momenti d’arte sono previsti durante la giornata: presso la galleria Anna Marra Contemporanea (Via Sant’Angelo in Pescheria, 32), alle 12.00 si inaugura “Il rilievo delle parole”, mostra di Irma Alonzo ed Ariela Bhom, che rimarrà aperta fino al 25 settembre.
Alla Galleria Simone Aleandri (Piazza Costaguti, 12), alle 13.00, presentazione del libro di xilografie di Francesco Parisi “Fuoco nero, fuoco bianco”, con un dialogo tra l’autore e Georges de Canino.
Il Centro Ebraico “Il Pitigliani” (Via Arco de’ Tolomei, 1) propone diversi eventi. Alle 17.30, reading da “La simmetria dei desideri” di Eskhol Nevo, con Assaf Kedem, e un incontro sul dialetto giudaico romanesco con Cesare Moscati. Inoltre, alle ore 16.00 con Micaela Vitale, visita guidate per le strade dell’ex ghetto, seguendo iscrizioni antiche (per informazioni e contatti, tel. 065897756, baitbet@pitigliani.it).
Molti i momenti di approfondimento al Palazzo della Cultura. Al mattino, l’incontro con Hora Aboaf (“La vita sotterranea della parola ebraica”) e la lezione di Rav Benedetto Carucci Viterbi (“Come si studia una pagina di Talmud”), nel tardo pomeriggio si parlerà del giudaico-romanesco, il dialetto degli ebrei romani, con Sabino Caronia, Simona Foà, Micaela Procaccia e Nicoletta Valente nell’incontro “Il giudaico romanesco: passato, presente e futuro di un’antica lingua”, con esposizione dei pannelli della mostra “È tutta ‘na commedia”, a cura di Memoria srl e in collaborazione con ADEI WIZO, Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS) e Centro Romano di Studi sull’Ebraismo (CERSE).
Al pomeriggio, inoltre, appuntamento con l’evento “La forma delle parole”: libri di letteratura israeliana rivisitati da artisti italiani, un progetto ideato da David Palterer, con Marco Tonelli e Alfredo Pirri, in collaborazione con la Fondazione Italia-Israele per la cultura e le arti, con la Comunità Ebraica di Mantova e con il Politecnico Milano 1863, Polo Territoriale di Mantova.
Durante la giornata, al mattino e al pomeriggio, l’associazione “Haviu et Hayom” propone “Babele in rime”, diffusione e distribuzione di testi di poesia nelle diverse lingue ebraiche, dallo yiddish al judeo espanol al giudaico romanesco.
La giornata si conclude all’insegna del divertimento alle ore 20.30, al Palazzo della Cultura, con “Ce veniti a recità?”, spettacolo in giudaico romanesco con la compagnia teatrale “Quasi stabile” di Alberto Pavoncello, la compagnia “Quelli del Giudaico – Romanesco” e Daniele Volterra, in collaborazione con ADEI WIZO.
Un momento di approfondimento avrà inoltre luogo anche sabato 10 settembre, alle 20.45, presso la Casa della Memoria e della Storia (Via San Francesco di Sales, 5), organizzato dal gruppo Progressive Beth Hillel di Roma, in collaborazione con le Associazione residenti e la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia. Tema: “Le lingue degli ebrei nella storia”, con interventi di Roberta Ascarelli, Aviva Garribba, Hora Aboaf sull’ebraico. A seguire, letture di brani, dai poeti in giudaico-romanesco (Marcello Teodonio) a Primo Levi sul giudaico-piemontese (Pupa Garribba), da Franz Kafka e il teatro yiddish (Paolo Ruffini) a Franz Rosenzweig e il suo Spinoza dal latino all’ebraico (Giorgio Gomel).