straniero…

Nella Parasha di questa settimana si parla dell’amore verso lo straniero (Deuteronomio 10, 19). Questa Mitzvah è da considerare separata e specifica rispetto alla Mitzvah di “amare il prossimo” (Levitico 19, 18).
Non molesterai (affliggere) lo straniero né lo opprimerai, perché voi siete stati stranieri nel paese d’Egitto. (Esodo 22, 20)
Non opprimerai lo straniero: anche voi conoscete l’anima del straniero, perché siete stati stranieri nel paese d’Egitto. (Esodo 23, 9)
Quando uno straniero dimorerà presso di voi nel vostro paese, non gli farete torto. Lo straniero dimorante fra di voi lo tratterete come colui che è nato fra di voi; tu l’amerai come tu stesso perché anche voi siete stati stranieri nel paese d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio. (Levitico 19, 33 – 34)
Egli rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama lo straniero e gli dà pane e vestito.
Amate dunque lo straniero, poiché anche voi foste stranieri in terra d’Egitto. (Deuteronomio 10, 18 – 19)
Da qui si imparano molte Halachot:
1) Non opprimere lo straniero con parole, non opprimerlo o discriminarlo nelle azioni, nei fatti, anche con denaro. Considerandolo soggetto socialmente debole ed in minoranza.
2) La capacità di immedesimarsi nello stato d’animo e nella condizione esistenziale dello straniero tra di noi (“anche voi conoscete l’anima del straniero”).
3) mettere in pratica la giustizia sociale nei confronti dello straniero, così come di qualsiasi altro soggetto socialmente debole, ad imitazione delle azioni di D-o.
4) Dobbiamo amare lo straniero come noi stessi, in modo speciale, non considerandolo semplicemente il nostro prossimo (“amerai il prossimo tuo come te stesso”), ma tenendo conto della sua solitudine e debolezza (“Amate dunque lo straniero”) .

Paolo Sciunnach, rabbino

(29 agosto 2016)