Alberta Levi Temin (1919-2016)
Pochi mesi fa, nel 70esimo anniversario della Repubblica, la Rai aveva voluto che raccontasse il “suo” 2 giugno. Un’emozionante testimonianza per ricordare il valore di quel voto e la svolta democratica impressa al paese.
Raccontare, d’altronde, è stata per Alberta Levi Temin la missione di una vita. Dalla sofferenza patita per l’impossibilità di iscriversi all’università con l’emanazione delle Leggi Razziste alla miracolosa salvezza a Roma, dove sfuggì per pochi secondi e grazie all’altruismo delle persone a lei più care al rastrellamento del 16 ottobre. E ancora come membro attivo delle associazioni di amicizia interreligiosa, in particolare dedicate al dialogo tra ebrei e cristiani, che iniziarono a costituirsi nel solco della dichiarazione Nostra Aetate (dell’associazione di Napoli, città in cui si stabilì nel 1945, fu per molti anni presidente).
Levi Temin era nata a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, e aveva trascorso la propria infanzia e giovinezza a Ferrara (dove insegnò alla locale scuola ebraica e dove rimase fino all’occupazione tedesca, sfuggendo anche in questo caso in modo miracoloso a un arresto).
In occasione dei festeggiamenti per i suoi 90 anni, Levi Temin era stata definita dall’allora sindaco della città partenopea, Rosa Russo Iervolino, “l’oro di Napoli”. E numerose, nel corso della sua vita, sono state le attestazioni di stima e apprezzamento per le sue attività al servizio della memoria, della conoscenza, del dialogo.
Ad inorgoglirla però era anche l’aver dato una continuità ebraica alla sua famiglia, duramente colpita dalle persecuzioni. Cinque figli, dodici nipoti, ventitré bisnipoti. L’ultimo dei quali nato appena due settimane fa.
“A nome mio personale e del Consiglio UCEI vorrei esprimerti il nostro profondo cordoglio per la tua dolorosa perdita. Siamo affettuosamente vicini a te e alla tua famiglia e vi inviamo un caloroso abbraccio” scrive la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in un messaggio rivolto al figlio Sandro, Consigliere UCEI.
“Perdiamo uno dei pilastri della Comunità, il cui valore è riconosciuto a livello nazionale. Una donna di grande impegno, ebraico e non solo, che ha portato la sua testimonianza nelle scuole fino all’ultimo momento” afferma la presidente della Comunità ebraica napoletana Lydia Schapirer.
Parole di cordoglio anche dalla senatrice Silvana Amati, prima firmataria della legge sul negazionismo. “La sua preziosa testimonianza, insieme a quelle di altri che come lei riuscirono a salvarsi dagli orrori del nazismo – scrive l’onorevole in una nota – ha svolto un ruolo fondamentale nel percorso che ha portato all’approvazione, lo scorso giugno, della legge”.
Al Consigliere Temin, al nipote Gadi Piperno, a tutti i familiari e a tutti coloro che le hanno voluto bene e che da Alberta hanno ricevuto in dono una testimonianza di coraggio e di impegno, la vicinanza e il cordoglio della redazione di Pagine Ebraiche e del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it
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