“Festa del Libro ebraico,occasione per rifletteresulla missione del Meis”
In occasione dell’inaugurazione della Festa del Libro ebraico di Ferrara, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha dichiarato:
È un onore essere a Ferrara in queste ore così importanti e significative.
Una nuova Festa del Libro Ebraico, evento che è ormai un’apprezzata consuetudine nel panorama culturale regionale e nazionale.
In occasione dell’inaugurazione della Festa del Libro ebraico di Ferrara, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha dichiarato:
È un onore essere a Ferrara in queste ore così importanti e significative.
Una nuova Festa del Libro Ebraico, evento che è ormai un’apprezzata consuetudine nel panorama culturale regionale e nazionale. Ma anche l’intensificazione del lavoro dedicato al nascente Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, che è oggi un doppio cantiere: quello che sta portando alla costruzione fisica del grande polo di via Piangipane, grazie anche al fondamentale sostegno del governo;
il cantiere e il laboratorio delle idee dedicato alla sua organizzazione e all’elaborazione del messaggio che si vorrà diffondere all’intera società italiana; e forse anche un terzo – quello della creazione di una rete sinergica di tutti i musei ebraici – quelli che hanno già messo radici e quelli che si stanno completando e quelli che comunque pensano al loro rinnovamento.
Allora come muoversi? Vorrei condividere questo punto interrogativo con un pensiero di Amos Oz, forse provocatorio ma a mio avviso efficace:
“C’è una distorsione in ogni tradizione e animo al cui centro viene posta un’opera di “preservazione”. non siamo gli eredi di un museo e non siamo venuti al mondo per togliere con pazienza la polvere da un oggetto o per lucidare le vetrine e portare orde di visitatori che camminano sulla punta dei piedi da un tesoro all’altro. Non esistiamo solo per “preservare” la tradizione dei padri o i miracoli della natura, ricordi dell’infanzia o oggetti di culto, pena le nostre vite diventino vite dedicate al ritualismo puro. Il mondo non è un museo, non lo è neanche la natura, e non lo è neanche la cultura. E’ permesso toccare, smuovere, avvicinare, allontanare, cambiare ed imprimere il nostro essere. Tocca la pietra, Tocca ciò che è vivo, Tocca gli altri esseri umani.
(Amos Oz)
La Festa del Libro, iniziativa cui l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è orgogliosa di contribuire, costituisce un’occasione imperdibile per mettere a fuoco gli obiettivi del MEIS in un’ottica di sempre più stretta collaborazione e cooperazione con i musei ebraici italiani e con i più importanti musei ebraici internazionali.
Quale la missione di un museo ebraico? Una domanda centrale nell’elaborazione di strategie vive di didattica, educazione, di comunicazione e coinvolgimento delle molte migliaia di persone che guardano con attesa e trepidazione a questo impegno.
E forse ancora di più: un museo che è il riflesso di un percorso che sta compiendo l’ebraismo italiano. Forse visitando e partecipando il museo capiremo dove stiamo andando.
Una dialettica intensa che nel tempo si è evoluta con riguardo a tutti i musei, quali istituzioni formatrici e non solo, appunto, conservatrici di cultura. Contenitore e contenuto: in quale spazio inserire quali contenuti e far vivere lo spessore del tempo e dei millenni trascorsi; contenuti che hanno valore intrinseco o simbolico – materiali e immateriali, concetti, personaggi e drammi che hanno popolato la nostra storia.
È il tema dell’importante tavola rotonda che avrà luogo domenica (4 settembre) e che costituisce senz’altro una delle tappe più significative, sia della Festa che di questo intenso lavoro di approfondimento che coinvolge su vari piani istituzioni, enti ebraici e il fior fiore della cultura italiana.
Quindi la nostra macro sfida è quella di conoscere e sapere per “essere”.
Una sfida nostra ebraica come minoranza
Nostra come italiani.
Nostra come Europa già lacerata.
In questi tempi difficili in cui l’esistenza fisica e culturale dell’Europa è minacciata da forti e violenti attacchi la cultura e la condivisione della plurimillenaria storia ebraica in questo paese, segnata da alterni destini, ma comunque sempre radicata nel territorio, rappresenta un bene (o il più) prezioso per l’intera società italiana e fondamentale presidio contro ogni forma di dilagante odio, violenza e divisione.
È traendo forza da un’antica storia e profonde radici che si è convinti di poter trasmettere così tanto e lanciare un museo – dei musei – che guardano al futuro.
A tutti coloro che sono assieme a me, e a noi tutti, convinti di questo progetto sin dall’inizio, e a tutti coloro che si sono adoperati per questo Museo va il nostro ringraziamento.
A chi lo ha da sempre seguito come UCEI – Renzo Gattegna, al Presidente Dario Disegni, al neo direttore Simonetta della Seta, a tutti i membri del Consiglio di amministrazione, all’Architetto De Francesco, agli esperti e lo staff scientifico e certamente al Governo italiano e al Ministro Franceschini.
Continuiamo quindi sempre su questa strada, facendo del MEIS e di questa Festa del Libro un punto di riferimento sempre più imprescindibile per tutti quei cittadini che condividono l’importanza di valori universali quali cultura, memoria e dialogo.
Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
(4 settembre 2016)