Qui Ferrara – Libro ebraico in festa
Il coraggio degli stampatori ebrei
segna una lezione di libertà
Le vicende appassionanti degli stampatori ebrei di Ferrara hanno aperto, nei giardini di palazzo Zamorani della città estense, la giornata della Festa del libro ebraico con il colloquio fra il rabbino capo di Ferrara Luciano Caro e Guido Vitale, che è direttore della Comunicazione e responsabile della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Una scelta, ha ricordato in apertura la direttrice del nascente Museo dell’ebraismo italiano Simonetta Della Seta, compiuta non a caso, ma volta a sottolineare l’importanza della stampa per gli ebrei italiani e gli ebrei ferraresi.
Il rav Caro ha illustrato una lunga panoramica delle prime edizioni a stampa con caratteri ebraici, che presero avvio a Ferrara già nel 1476, immediatamente dopo la rivoluzione dell’invenzione della stampa a caratteri mobili.
Di grande fascino l’evocazione di edizioni rarissime che dimostrano come il governo estense abbia fatto di Ferrara per lungo tempo luogo di accoglienza e di crescita culturale, incentivando la presenza di ebrei e di marrani provenienti da tutto il Mediterraneo.
Una lezione, ha sottolineato Vitale, che dimostra ancora una volta come pubblicare sia un atto rivoluzionario, come costituisce una inevitabile assunzione di responsabilità civile, come sia una possibilità di recupero identitario come dimostra il caso degli stampatori marrani che attraverso il loro pionieristico lavoro recuperavano l’identità originaria a loro strappata dalle persecuzioni. Una lezione che ricorda, come nel caso della coraggiosa edizione del 1556 che denuncia il pogrom degli ebrei di Ancona avvenuto solo pochi mesi prima grazie alla propaganda dello stato della Chiesa, come per pubblicare sia necessario e importante talvolta affrontare i rischi della stampa clandestina.
Ma soprattutto, ha aggiunto Vitale, una lezione per i tempi nostri, perché lascia vedere come la capacità di accoglienza e di regolare, di progettare politicamente l’accoglienza sia la base dello sviluppo e del progresso.
Un’icona emozionante, il frontespizio della Bibbia spagnola stampata a Ferrara nel 1553, è stata mostrata dagli oratori per rappresentare il mondo degli stampatori ferraresi. Una caravella, fortemente evocativa di quelle che simboleggiano i viaggi di quegli anni verso il Nuovo mondo, attraversa acque tempestose. Emergono dai flutti mostri marini. L’albero maestro è spezzato. Ma la nave prosegue a solcare la sua rotta. La rotta tormentata e lunghissima che segna le vicende bimillenarie dell’ebraismo italiano.
(4 settembre 2016)