Qui Ferrara – Libro ebraico in festa
Parole e note, aspettando il Meis

avishai cohen“Il nostro pensiero va a tutti i nostri concittadini nelle tende dopo il sisma. La vita continua ma non dobbiamo dimenticare chi soffre”. Con un pensiero alle migliaia di persone colpite dal terribile terremoto nel Centro Italia è iniziata questa edizione della Festa del Libro ebraico di Ferrara. A parlare, il direttore del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – istituzione che organizza la Festa – Simonetta Della Seta, che inaugurando la manifestazione ha dedicato un pensiero anche ad Alberta Levi Temin, scomparsa di recente a Napoli ma nata e cresciuta a Ferrara: “sfuggita al nazismo in modo rocambolesco, ha amato tanto questa città e mi piace ricordare il suo impegno civile”. Parlando del Meis, invece, Della Seta ha spiegato che i lavori proseguono a ritmo serrato, sottolineando come il museo sia al contempo un cantiere reale quanto un cantiere delle idee. E a riguardo ha parlato la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, intervenendo all’inaugurazione e ponendo il quesito su quale sia la missione di un museo ebraico. “Una domanda centrale nell’elaborazione di strategie vive di didattica, educazione, di comunicazione e coinvolgimento delle molte migliaia di persone che guardano con attesa e trepidazione a questo impegno. – ha detto Di Segni – E forse ancora di più: un museo che è il riflesso di un percorso che sta compiendo l’ebraismo italiano. Forse visitando e partecipando il museo capiremo dove stiamo andando”. Una grande responsabilità richiamata anche dal presidente della Fondazione Meis Dario Disegni, che ha parlato del museo come “un polo internazionale di cultura e di studio”. Disegni ha poi sottolineato come questa edizione della Festa del Libro ebraico sia l’occasione per annunciare l’apertura della prima parte del Meis nel 2017.
A differenza delle altre edizioni inoltre, la Festa si tiene a Palazzo Roverella, un tempo intitolata al suo primo proprietario, Federico Zamorani. “Zamorani – ha spiegato Disegni – è stato costretto a vendere al Circolo dei Negozianti prima delle leggi razziste che lo avrebbero costretto a consegnarlo al regime fascista”. “Sarebbe un doveroso riconoscimento restituire il nome di Zamorani a questo edificio”, la proposta del presidente del Meis.
Tornando alla Festa, a parlare sul palco il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, che parlando della Festa l’ha definita come “un momento di grande soddisfazione per Ferrara e vorrei diventasse un incontro sulla storia e la cultura, fatto da una grande famiglia”. “Il Meis e le sue attività ci riportano al periodo degli Estensi in cui la nostra comunità ha contribuito a rendere splendida la città” il commento di Andrea Pesaro, presidente della comunità ebraica di Ferrara, che, parlando di futuro, ha annunciato che “nei prossimi giorni grazie ai fondi regionali proseguiranno i lavori alla Sinagoga e su tutta la zona del ghetto”. E per la regione Emilia Romagna ha parlato l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, che ha rilevato, in riferimento alla realizzazione del Meis, come “l’ebraismo sia stato fondamentale per la formazione della nostra cultura nazionale e per questo il museo ha un valore per tutto il Paese”.
“Grazie a governo e parlamento il museo sarà completato nel 2020 – ha spiegato poi Daniele Ravenna, in rappresentanza del ministero della Cultura -. Vorrei si collocasse in una costellazione di rapporti che vanno dalla città di Ferrara, alla comunità e mondo ebraico in generale ma anche di un più ampio dialogo rivolto ai non ebrei”.

d.r.