…tifo

Ieri sera è accaduto quello che nessun ebreo italiano vorrebbe che mai accadesse: Italia contro Israele sul campo di calcio. Di solito l’antisemita ti chiede “se l’Italia facesse la guerra a Israele, tu per chi terresti?” Per fortuna c’è un mare di mezzo. Un mare che tuttavia non impedisce che i due paesi si incontrino per giocare a calcio.
Non sono un gran tifoso, ma non sono riuscito a staccare gli occhi dal teleschermo, anche se con il volume al minimo, mentre ascoltavo Daniel Barenboim che dal mio studio dirigeva la quarta di Bruckner alla BBC. Imperdibile!
Gli italiani attaccavano e speravi che facessero un bel gol. Poi gli israeliani contrattaccavano, e speravi in un incredibile gol di Zahavi. Insomma, mai assistito a una partita di calcio con tanto contraddittoria passione. Ansia più che passione. Affanno più che ansia. Non sapevo per chi tifare. Il risultato ha poi premiato la superiore qualità, ma non è questo l’importante. Il problema è come far capire a un antisemita come in un animo etico e leale possa coesistere l’amore indissolubile per due diversi paesi e come possa arricchirti dentro, anche se a volte complicandoti i sentimenti.
È come la tensione d’amore: vale la pena provarla una volta nella vita. E chi non la prova non sa che cosa perde.

Dario Calimani, Università di Venezia

(6 settembre 2016)