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Iudaizzare et otiari di sabato
Rischia di non essere pienamente apprezzato il lavoro immenso di un bravissimo medievista napoletano, Stefano Palmieri, dedicato al rapporto fra ebrei e cristiani nell’Italia meridionale tra antichità e medioevo. Diviso in due parti, pubblicate in due puntate sull’”Annale dell’Istituto italiano per gli studi storici” (XXVII-III, 2012-2015, Il Mulino) avrebbe bisogno adesso di trovare un editore che trasformi in monografia questo contributo di circa 400 pagine dense di documenti inediti e di riflessioni metodologiche stimolanti. Per incompetenza non entro nel merito delle questioni sollevate da Palmieri. Agisce in me soprattutto il pregiudizio positivo verso il sud ebraico: qui si naviga fra Oria e Benevento, in amichevole dissenso con l’indimenticabile e indimenticato Cesare Colafemmina, ma con l’affetto che esige quel paesaggio meraviglioso.
Per chi s’occupa di storia contemporanea colpisce vedere come pure i medievisti abbiano subito le oscillazioni della politica della memoria nell’Italia del dopoguerra. Palmieri nella conclusione del suo saggio dimostra che nello studio della presenza ebraica nell’Italia del sud si è passati da una storiografia “sottilmente o esplicitamente antisemita” a una che dopo il 1961 e il processo Eichmann ha iniziato a riflettere con ritardo sull’antisemitismo. Nulla di nuovo. Sotto il sole di Oria come ovunque, il tornante del ’61 è stato cruciale. Tutto si muove in contemporanea: De Felice che scrive di ebrei e fascism, Bassani che decide di scrivere il Giardino, la Ginzburg il Lessico, i medievisti folgorati dalla sapienza che viene da Oria. Tra i documenti prodotti in questo studio emerge una ricca gamma di pregiudizi antigiudaici che va ad arricchire l’idioma molesto della contemporaneità. Probabilmente mi sbaglio, ma è la prima volta che vedo espressa con tanta chiarezza un’accusa per me nuova. Nella trattatistica del tempo “iudaizzare” voleva dire quasi esclusivamente “otiari” di sabato. “Otium” e “negotium”, insegnavano i nostri vecchi professori di latino al liceo, stranezze della storia, paradossi del tempo. Il fantasma di Lombroso, che aveva pregiudizi contro l’indolenza dei meridionali e l’iperattivismo commerciale degli ebrei, si agita sullo sfondo di queste pagine appassionanti.
Alberto Cavaglion
(7 settembre 2016)