Da Roma ai luoghi del terremoto
Nel nome di Gilad Shalit
Nelle prossime ore raggiungeranno il campo base Scai, frazione di Amatrice. Due i volontari che, per una settimana, aiuteranno la popolazione civile in tutte le esigenze e necessità. Sulla divisa, il nome di un ragazzo che molto ha sofferto ed è oggi un simbolo di tenacia per l’umanità intera.
Accreditato presso l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in Congedo, il gruppo di protezione civile “Gilad Shalit” nasce nel 2011, all’interno della Comunità ebraica romana, quando la drammatica vicenda del soldato israeliano prigioniero dei terroristi di Hamas era ancora ben lontana dal concludersi.
Gilad oggi è un uomo libero, ma l’associazione non ha smesso di impegnarsi al servizio della collettività. E l’intervento a Scai, che vedrà coinvolti due professori (non ebrei) della scuola ebraica della Capitale, è solo l’ultimo di una serie. “Nasciamo nel segno di valori e della tradizione ebraica e con lo spirito di promuovere ulteriormente l’associazionismo tra i giovani, per stimolarne l’impegno sociale in questo importante settore che riguarda la vita del nostro Paese. Forse non siamo così conosciuti, per un nostro difetto di comunicazione, ma siamo pienamente operativi da tempo. Per grandi eventi e manifestazioni, ma anche per emergenze come quella in corso” spiega Alberto Pontecorvo, dirigente dello Stato in pensione.
Una quindicina i volontari iscritti all’associazione “Gilad Shalit”. Un numero significativo, ma ritenuto insoddisfacente dai promotori. L’obiettivo è infatti quella di allargare la rete, dentro e fuori la Comunità ebraica. “Ci speriamo, ne abbiamo davvero bisogno” sottolinea Pontecorvo.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(8 settembre 2016)