Oltremare – La nana

danielafubini2 Ci sono cose che in Israele hanno un sapore diverso, magari impercettibilmente, ma in modo chiaro e dal quale non si ritorna indietro. Per esempio la menta, che qui non è menta ma nana. Cioè è un tipo di menta, ma non è proprio la menta che abbiamo in Europa: è più delicata, più dolce, sa meno di chewing-gum, non ha lo stesso uso e di certo non ha la stessa saltuaria frequenza nella partecipazione attiva ai nostri pasti.
Da torinese, la mentuccia con cui si condiscono le zucchine non mi è estranea. Ma trovarsi la nana anche nel tè caldo, nella limonata limpida oppure ghiacciata e frullata stile granita, e nella brocca dell’acqua al ristorante, e nell’insalata e perfino nella minestra e in certe carni, è un livello di concentrazione di profumo che prima davvero non conoscevo.
I miei ritorni in Italia coincidono quasi sempre con l’acquisto di mazzi o semi di nana, perchè chiunque l’abbia provata poi la preferisce nettamente alla menta europea. Ma ho un segreto che si può scrivere anche qui: in Italia la nana esiste, ovunque ci siano immigrati dai paesi del nord Africa. In un qualunque mercato della verdura rionale, provare per credere, se si va nei banchi “giusti” e si chiede se ne hanno, la tirano fuori subito, chiedendo “e tu signora come la conosci la nana”? Poi sta ad ognuno rispondere quel che vuole, a seconda delle presenti o assenti tensioni mediorientali.
Ho l’impressione che in base alla comune passione degli israeliani e di tutti i nostri vicini per la leggerezza del profumo della nana si potrebbe tranquillamente risolvere conflitti centennali. Versione mediorientale del proverbiale “tarallucci e vino”.

Daniela Fubini, Tel Aviv twitter d_fubini

(12 settembre 2016)