A Pordenonelegge con Pagine Ebraiche
Banca, ghetto, emarginazione
Il passato dell’Italia al festival

pordenoneContinua la stagione dei grandi festival culturali settembrini aperta come di consueto dal Festivaletteratura di Mantova, arrivato alla ventesima edizione e conclusosi la scorsa domenica con il consueto grande successo, arricchito anche quest’anno da una presenza della cultura, della storia e delle tradizioni ebraiche nel segno di quella sensibilità e di quell’attenzione che il comitato organizzatore ha sempre riservato a una minoranza piccola nei numeri ma forte nelle idee e nei valori che sa trasmettere. Apre oggi il secondo grande appuntamento autunnale, con quello che è noto come “il festival del libro, con gli autori”: Pordenonelegge, con le sue cinque giornate di incontri, presentazioni, tavole rotonde e discussioni raccoglie un pubblico che nonostante la collocazione geografica periferica si raccoglie numerosissimo in città a seguire un festival che sa proporre ogni anno spunti di grande interesse. I curatori, Alberto Garlini, Valentina Gasparet e Gian Mario Villalta, nel presentare l’edizione 2016 hanno spiegato come nel preparare il programma abbiano incontrato, rispetto agli anni scorsi, “meno formule magiche” e meno proposte per risolvere problemi, e più “narrazioni di esperienze, di problemi, di soluzioni provvisorie, meno trovate e più ricerche”. Insieme a questo stimolo alla ricerca e all’approfondimento hanno sentito forte anche la richiesta di maggiori motivazioni personali, di più grande condivisione con gli altri, e una generalizzata minore attrazione per quei successi che a volte “si limitano a voler fare il pieno di soldi e narcisismo”. Un ritorno al valore, non solo al profitto, che a partire da oggi viene declinato in giornate pienissime di proposte, con Pordenone che si tinge di quel giallo che da sempre è il colore caratteristico di un festival che, dopo le rotelle di liquirizia della scorsa edizione, è quest’anno vivacizzato dalla presenza ovunque del gatto nero che campeggia nel logo. Nella giornata di apertura grande attesa per l’inaugurazione ufficiale, al Teatro Verdi, dedicata a “La scrittura e la vita”, con Dacia Maraini e Piera Degli Esposti insieme al direttore artistico di Pordenonelegge, Gian Mario Villalta, e a sera ci sarà il consueto incontro con il vincitore del Campiello, premio assegnato quest’anno a Simona Vinci. Ma la prima giornata del festival è ricca di spunti e proposte: dallo storico e collaboratore di Pagine Ebraiche Giacomo Todeschini, impegnato in “La banca e il ghetto. Una storia italiana”, appuntamento organizzato insieme all’Accademia San Marco, a Mauro Corona, che racconterà della passione per la montagna ma anche per la musica, e non manca l’apertura al mondo con l’italo-siriano Shady Hamadi e lo sloveno Goran Vojnovic, fra storie di esilio, partenze, incontri e resistenza civile, fra la Siria e gli immigrati dalle Repubbliche meridionali della ex Jugoslavia, ora relegati ai margini sia economici che esistenziali di Lubiana. Di Islam, politica e religione parleranno Francesca Corrao e Stefano Bortolus, mentre Giancarlo Caselli sarà impegnato in una riflessione sull’attualità italiana, in apertura dell’edizione di Pordenonelegge – la diciassettesima – che può vantare il record assoluto di anteprime sia italiane che straniere, ben 45, e un numero di incontri che più di trecento incontri, che coinvolgeranno da oggi a domenica più di 500 protagonisti della scena letteraria. La festa per chi ama i libri non è finita a Mantova: continua a Pordenone. E nello stesso finesettimana si tiene il Festivalfilosofia, ogni anno più ricco e più bello, a Modena, Carpi e Sassuolo, mentre l’attenzione alle lingue è totale a Bellinzona, per Babel, il “festival di letteratura e traduzione” che quest’anno è dedicato agli scrittori di ogni lingua e provenienza che risiedono a Londra. Sarebbe bello poter usare il teletrasporto.

a.t. twitter @atrevesmoked