Shir shishi – Questa notte noi leggiamo poesie
Meir Wieseltier nasce a Mosca nel 1941 e all’età di otto anni arriva con la sorella a Natanya, in Israele, dopo aver vissuto da profugo in Siberia, Polonia, Germania e Francia. Il padre muore soldato combattendo tra le file dell’Armata Russa contro i nazisti, mentre la madre viene imprigionata per molti anni nei gulag sovietici.
Dal 1955 Meir vive a Tel Aviv, definita da molti, “Lo stato di Tel Aviv”, un’entità particolare e dalle caratteristiche culturali specifiche, che la rendono unica, non solo per Israele ma anche nei confronti delle altre metropoli culturali del mondo. Wieseltier, il poeta per eccellenza di Tel Aviv, ha sempre scritto in israeliano, un ebraico locale acuto e forte che amalgama le radici storiche, le tradizioni antiche, esprimendo una grande sensibilità nei confronti della ferita inferta dalla Shoah e verso le problematiche politiche insite nel modus vivendi israeliano.
Wieseltier, professore emerito in letteratura comparata presso l’Università di Haifa, vincitore del Premio Israele 2000, ha tradotto opere di Shakespeare e, dagli anni Settanta, è divenuto un punto di riferimento per il modernismo quale strumento espressivo della poesia israeliana.
La poesia di oggi è dedicata ad Alessandra Cambatzu, una giovane studiosa della lingua e della cultura yiddish che ci ha lasciati pochi giorni fa.
Questa notte noi leggiamo poesie, ma il mondo non
legge poesie stanotte, e nemmeno nelle altre notti
legge poesie, neppure
le più belle; per nulla al mondo
il mondo sarà disposto a leggere,
neppure il più bello tra i cantici,
E pur implorandolo, pur implorandolo tanto,
egli non accetterà.
(Antologia 1959-1969, Am Oved, 2016)
Sarah Kaminski, Università di Torino