I libri ebraici riscoperti
E la sfida della traduzione

soncGrande interesse per la presentazione, tra Urbino e Pesaro, di due antichi volumi ebraici stampati in città nel Cinquecento. Un’iniziativa partecipata da un folto pubblico, promossa dal rabbinato di Ancona e delle Marche e dalla locale arcidiocesi, che è stata suddivisa in due diverse sessioni incentrate sulla Bibbia “Soncino”, dal nome della celebre famiglia di stampatori ebrei che agì anche sul territorio marchigiano.
La prima, nella sinagoga di Urbino, ha visto gli interventi di monsignor Giovanni Tani, di Maria Luisa Moscati e di Vittorio Robiati Bendaud. La seconda si è tenuta ieri nella sinagoga di Pesaro con interventi dell’assessore alla Cultura UCEI David Meghnagi, di Robiati Bendaud, di Riccardo Uguccioni della Biblioteca Oliveriana, del giornalista Giovanni Lani del Resto Del Carlino.
L’intervento di Meghnagi è stato in particolare incentrato sul valore terapeutico della parola e sulla sfida posta dalla traduzione. La traduzione, ha infatti spiegato, è un atto creativo di trasposizione da un sistema all’altro. “La scelta fatta dall’Ebraismo è stata di conservare il testo originario commentandolo e arricchendolo. La Bibbia si traduce in aramaico, greco e altre lingue. Ma – ha sottolineato Meghnagi – si conserva sempre il testo ebraico”.

(16 settembre 2016)