Gedera, a casa di una spia
La palma cresciuta dai noccioli dei datteri che aveva in tasca quando è morto nel mezzo della penisola del Sinai non si trova più nel suo luogo originario, ma sorge ancora nel cimitero del monte Herzl. Anche l’insediamento realizzato nel Sinai nel suo no- me per ricordarne le imprese non esiste più, ma un altro è nato in Israele dopo l’abbandono in seguito agli accordi di Camp Da- vid. La casa di Avshalom Feinberg, agente segreto ottomano tra i leader di Nili, la rete di spie ebraiche che lavorava per la corona britannica, operativa nella Palestina ottomana durante la prima guerra mondiale, invece non esiste più. Si trovava nella città di Gedera, al centro di Israele, oggi oggetto di una forte modernizzazione con la riqualificazione di interi quartieri. Per fare questo, sono stati però buttati giù alcuni edifici che appartengono alla storia non solo della città ma dell’intero paese, scatenando lo sdegno di alcuni. E così la palazzina al numero 24 di rechov Ha-Biluyim dove Feinberg diventò uno degli uomini decisivi per la storia del sionismo non c’è più, così anche quella di una sua celebre vicina, la poetessa Rachel Bluwstein, che sarà presto riconvertita in un hotel. “Questa è una delle vie più importanti per il paese da un punto di vista storico”, ha dichiarato un residente al giornale Yediot Ahronot. “Nessuno si cura dell’immenso valore storico che questi palazzi rappresentano per Israele”. Gedera fu fondata nel 1884 dal gruppo dei Bilu, un movimento di sionisti il cui scopo era creare insediamenti agricoli nella Terra di Israele. Alla via di Feinberg fu dato proprio il loro nome, a significare la sua importanza. La strada però non cambierà totalmente fisionomia, in quanto Tal Ben Nun, manager della Società per la preservazione dei siti culturali israeliani, ha spiegato che il nuovo piano di costruzioni non prevede di cambiare l’aspetto esteriore dei palazzi di rechov Ha-Biluyim. Questi rimarranno infatti nelle loro forme originarie, ma per quanto riguarda l’interno delle case, come quella di Feinberg, non era necessario preservarle.
“Quando le autorità cittadine hanno messo a punto il piano – ha osservato – non hanno investigato su quale fosse la valenza storica di ogni palazzo, e ora è troppo tardi”. E infatti Danny Shem-Tov, uno degli sviluppatori a capo del progetto di rechov Habiluyim, ha detto che non era al corrente del fatto che il numero 24 fosse casa di Avshalom Feinberg. “Il mio errore è frutto di un fraintendimento, pensavo che casa sua fosse nel palazzo di fronte”, ha dichiarato alla stampa. “Era compito dello Stato dirmelo prima – ha aggiunto – tutto è stato fatto nella legalità e con tutti i permessi”. Sulla difensiva anche il capo dell’autorità municipale di Gedera Yoel Gamliel: “Quello portato avanti ora è in realtà un piano di costruzione municipale vecchio che non abbiamo la possibilità di alterare. Abbiamo le mani legate”, ha detto, sottolineando come l’intenzione sia quella di portare un miglioramento nella via. All’epoca della nascita di Feinberg, nel 1889, Gedera faceva ancora parte dell’Impero ottomano. Dopo averla lasciata per studiare in Francia, Avshalom vi ritornò per lavorare con Aaron Aaronsohn alla stazione di ricerca agronoma di Atlit. Con lui e sua sorella Sarah, Feinberg, subito dopo l’inizio della prima guerra mondiale, fonderà il Nili – le cui lettere in ebraico “Netzakh Yisrael Lo Yishaker”, “La Gloria di Israele non cadrà”, una citazione dai Salmi – un’organizzazione spionistica che lavorava per la Gran Bretagna nei combat- timenti in Palestina contro l’Im- pero ottomano. Nel 1915 Avshalom viaggiò spesso in Egitto e aprì i contatti con l’intelligence della marina britannica per conto del Nili. La sua attività fu de- finita fondamentale dai vertici dell’esercito britannico. Con l’al- tra sorella di Aaron, Rivka, era fidanzato, ma non si sposarono mai. Nel 1917 partì di nuovo per l’Egitto, questa volta a piedi, ma fu ucciso dai beduini nelle vicinanze del fronte inglese nella penisola del Sinai nei pressi di Rafah. Il suo destino è rimasto nascosto fin dopo la fine della guerra dei Sei Giorni, quando i suoi resti furono ritrovati sotto una palma nata dai semi che aveva in tasca – che oggi diventa ancora di più il punto di riferimento per la storia di un personaggio fondamentale.