Qui Milano – La visita della Presidente UCEI Cultura, Memoria e impegno sociale Il Memoriale Binario 21 protagonista
Ore intense di incontri e di interventi hanno contrassegnato questa Giornata europea della cultura ebraica a Milano, la città capofila 2016. La presenza nella città lombarda della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che in mattinata ha aperto la manifestazione assieme al ministro della Difesa Roberta Pinotti, al sindaco di Milano Giuseppe Sala, al rabbino capo Alfonso Arbib e ai presidenti della Comunità milanese Raffaele Besso e Milo Hasbani, si è conclusa con un sopralluogo al Memoriale della Shoah Binario 21.
Guidata dal vicepresidente della Fondazione Roberto Jarach, la Presidente UCEI ha visitato la struttura assieme al Segretario generale Gloria Arbib soffermandosi sui grandi lavori realizzati che fanno di Binario 21 una struttura d’avanguardia per la tutela e la diffusione della Memoria e della coscienza civile, sui progetti ancora da completare, a cominciare dalla realizzazione del grande polo bibliotecario che farà del Memoriale un centro di cultura viva. Molta attenzione è stata dedicata alle enormi potenzialità delle strutture, ma anche ai contenuti già accessibili, fra cui gli allestimenti dedicati all’educazione alla Memoria, così come un’affascinante esposizione temporanea, visitabile fino al prossimo 15 dicembre, realizzata in collaborazione con l’istituto di cultura cinese Confucio e dedicata agli ebrei rifugiati a Shangai durante la Shoah.
La presidente dell’Unione ha apprezzato anche le attività del Memoriale per l’accoglienza dei rifugiati, un impegno delicato e importante che si protrae ormai da molti mesi e coinvolge la grande struttura interna al corpo della Stazione centrale con una vasta area temporaneamente destinata al pernottamento, l’assistenza e la cura delle popolazioni che provengono in condizioni di enorme difficoltà dalle zone di crisi. Con questo impegno per l’assistenza e l’aiuto dei rifugiati, hanno convenuto Di Segni e Jarach, il Memoriale trova un utilizzo solo apparentemente lontano dalla sua destinazione originaria, ma in realtà quantomai vicino alla vocazione di perseguire la tutela di chi soffre, la giustizia e i valori delle società plurali che hanno sempre contrassegnato il percorso bimillenario dell’ebraismo italiano.