Qui Torino – La scelta di Leone

leoAnteprima nazionale al Cinema Massimo di Torino del film documentario La Scelta di Leone di Florence Mauro, prodotto da GraffitiDoc e Zadig per ARTE. Il cortometraggio ripercorre attraverso un collage di immagini e testimonianze la vita e l’impegno di un “gigante del Novecento”, così definito da Ernesto Ferrero a fine proiezione. A presentare il film, oltre alla regista, erano presenti Paola e Aldo Agosti, Giovanni De Luna e Carlo Ginzburg, figlio di Leone.
Leone Ginzburg nasce a Odessa ma la sua vera città natale sarà Torino, dove cresce e si forma come studente al Liceo Classico D’Azeglio prima e all’Università di Lettere poi, circondato da un gruppo di amici tra cui Giorgio Agosti, Vittorio Foa, Cesare Pavese, Norberto Bobbio. Potremmo definirli gli altri giganti del XX secolo, ognuno ha portato avanti un ideale, intriso di cultura e impegno politico. Incorniciato dalla lotta antifascista. “In una città anemica e corrotta Leone Ginzburg ha trasformato un atto linguistico in missione politica”, questa la frase di apertura del film. Leone e gli altri giovani del gruppo si avvicinano all’ideologia di Giustizia e Libertà. Leone entra in Giustizia e Libertà per muovere l’opinione pubblica. Ciò che lo contraddistingue sono la fermezza di principi da un alto e l’attenzione al contesto dall’altro. La scelta era tra due modelli, spiega De Luna: da una parte il modello comunista, dall’altra Giustizia e libertà, “la cospirazione alla luce del sole”. L’impegno e le competenze linguistico-letterarie di Leone saranno determinanti per un passaggio fondamentale per la cultura e lo sviluppo del nostro paese: nel 1933 Giulio Einaudi fonda la sua casa editrice sotto la spinta di Leone, di Pavese e Bobbio. L’impegno politico costante e la lotta al regime fascista porterà nel 1934 all’arresto di Leone e di altri del gruppo, accusati di propaganda antifascista. Questo costerà a Leone quattro anni di reclusione. Dopo il rilascio segue un periodo di esilio in Abruzzo, ma nonostante la lontananza da Torino, continua a lavorare per Giulio Einaudi. Con l’inasprirsi delle condizioni del paese Leone è sempre più convinto che la Cultura debba considerarsi una questione di vita e adotta la Filologia come arma politica. Si sposterà poi a Roma e lì sotto falso nome da una lotta al regime “alla luce del sole” passa a una lotta clandestina. Verrà arrestato nel 1943. Detenuto nel carcere di Regina Coeli, viene riconosciuto come ebreo. Verrà picchiato e torturato fino alla morte il 5 febbraio del 1944.
A chi si rivolge il film? Il pubblico prescelto sono i giovani, spiega la regista. Cosa significa essere giovani davanti alla storia? Questo, spiega la regista, è il motivo per cui ho girato questo film ed è principalmente alle giovani generazioni che il documentario tenta di parlare. A sottolineare molto bene il legame tra presente e passato (un passato molto prossimo) è la scelta di inserire nel documentario moltre riprese di Torino oggi, da Piazza Vittorio attraversata dalle macchine e dai tram, a via Roma. Queste immagini si incrociano con cortometraggi di repertorio degli anni Venti, Trenta e Quaranta con le piazze gremite di persone davanti al Duce, le sfilate dei militari, Piazza San Carlo distrutta dai bombardamenti. Questa sovrapposizione spazio-temporale non genera straneamento nello spettatore, anzi, crea un nesso immediato tra presente e passato, tra la Torino di ieri e di oggi.
Ernesto Ferrero parla di coraggio fisico intellettuale, la profondità dello sguardo, la cultura vera che nutre questo progetto. 
Paola Agosti legge alcuni scritti del padre, compagno di Ginzburg al liceo e il fratello Aldo parla di straordinaria capacità di leadership di Leone. 
Giovanni De Luna riguardo la scelta politica di Leone la definisce “Antifascismo esistenziale”. 
Dimensione culturale supplisce a una militanza politica assopita a forza per il contesto. 

Al centro delle riflessioni il binomio cultura e politica, politica al servizio della resistenza, cultura come fine.

Poi è il figlio Carlo Ginzburg a sciogleiere la questione. Non c’è alternativa tra Leone politico o Leono uomo di cultura: queste due prospettive si sono intrecciate senza escludersi.

Alice Fubini


(21 settembre 2016)