Le parole di Schulz a Bruxelles
“Ebrei in Europa, futuro a rischio
Servono azioni più incisive”
“Il cinquanta per cento degli ebrei in Europa ha subito aggressioni verbali o fisiche, che diventano ogni giorno sempre più numerose. La popolazione ebraica nel continente è calata dai quattro milioni del 1945 al milione o poco più di oggi. Cosa ci deve insegnare ciò? Che i comunicati da soli non bastano, e che servono invece al più presto azioni concrete. L’Europa deve essere una patria migliore per i suoi cittadini ebrei”.
Una presa di posizione ferma e significativa quella del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, intervenuto ieri nel corso di una conferenza sull’antisemitismo e le prospettive per le comunità ebraiche d’Europa nella sede dell’Assemblea Ue a Bruxelles partecipata da molti ospiti illustri. Ad aprire l’iniziativa le parole di Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento con delega al dialogo interreligioso. “Le maschere dell’antisemitismo sono tante, il virus è uno solo. Illudersi che l’Europa ne sia immune è l’errore più grande. Non serve incitare a tenere alta la guardia se non si prende coscienza che l’antisemitismo è tuttora vivo anche fra noi, perfino dove persecuzioni e discriminazioni hanno annullato la presenza ebraica. Il pericolo più grave per l’Europa è quello di essere impoverita nella propria storia e nella propria cultura da un esodo minuzioso ma costante di ebrei europei. Ed è contro questo rischio – ha dichiarato Tajani – che dobbiamo essere uniti e determinati”.
Per l’Italia, ad intervenire il rabbino Benedetto Carucci Viterbi. E con lui molti altri ospiti illustri tra cui l’intellettuale francese Bernard-Henri Levy e i rabbini Jonathan Sacks, Pinchas Goldschmidt e Albert Guigui.
A presiedere momenti di confronto sulla consistenza dell’antisemitismo in Europa, i modelli nazionali e le esperienze e prospettive future sono stati rispettivamente gli europarlamentari Fulvio Martusciello, Cecilia Wikström e Juan Fernando Lopez Aguilar.
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(28 settembre 2016)