santità…
Rosh Hashanà è una festa caratterizzata dai simboli, dai segni, dal silenzio delle parole e dal linguaggio dei gesti.
Durante le sere dei sedarim di Rosh HaShana così come ci ha insegnato Abbaye nel Talmud Keretot 6a si mangiano elementi simbolici perché “simana milta hi”, il simbolo ha una sua importanza. Ecco quindi che bisogna iniziare l’anno con gesti che siano importanti e portino con loro significati profondi, con il suono di un corno d’ariete, lo Shofar, che parla e prega per noi e con noi, con il silenzio della lunga preghiera di Mussaf. L’uomo, creato in questo giorno, viene al mondo accompagnato da piccoli cibi simbolici, da un lungo suono arcaico eppure modernissimo e da parole di santità.
Rosh HaShana con i suoi usi, la sua mitzva e le sue preghiere ci invita a significare l’anno con gesti simbolici e profondi, mitzvot dal suono che silenzia parole inutili e silenzi che ci innalzano verso l’Alto.
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
(30 settembre 2016)