Ungheria al voto sui migranti
Otto milioni di ungheresi sono chiamati in queste ore a rispondere con un si o un no al referendum sul piano di redistribuzione dei migranti tra i Paesi Ue voluto da Bruxelles. Un referendum definito “ostentatamente xenofobo” da molti, e voluto dal presidente Viktor Orban per consolidare la sua forza, riporta La Stampa. Il Corriere sottolinea come la campagna per il no al referendum sia stata appoggiata dall’estrema destra, con bande di filonazisti in strada che dicevano alla gente: “anche i terroristi del Bataclan erano migranti”. A tratteggiare poi un quadro della situazione ungherese, la filosofa ungherese Agnes Heller: intervistata dal Corriere, Heller, scampata durante l’occupazione nazista alla deportazione e che nella Shoah perse il padre, spiega che Il governo di Orban “ha creato un’oligarchia legata da logiche clientelari che salda potere e corruzione e nega lo stesso principio capitalista del libero mercato. Sfugge alla frustrazione solo chi conserva memoria della vita priva delle libertà fondamentali. Tuttavia negli ultimi sei anni le libertà si sono progressivamente deteriorate nel mio Paese, una liberaldemocrazia con elementi sempre più illiberali”.
Le Pagine Ebraiche di Momigliano. Sul numero di ottobre del giornale dell’ebraismo italiano, attualmente in distribuzione, un ampio approfondimento sul ritorno in libreria del volume Pagine ebraiche di Arnaldo Momigliano. La nuova edizione, riporta oggi Avvenire parlando de libro di Momigliano, verrà presentata mercoledì prossimo a Cuneo alle 17,30 presso la Biblioteca Davide Cavaglion e giovedì a Torino al Circolo dei lettori alle 21 da Alberto Cavaglion, Silvia Berti e Walter Barberis.
Rosha HaShannah 5777. Il mondo ebraico si prepara a festeggiare questa sera l’entrata nel nuovo anno, il 5777. Tra coloro che hanno inviato un messaggio di auguri per la festa, anche Bergoglio. “L’Altissimo ci conceda la pace e l’instancabile desiderio di pro-muoverla” e “nella sua eterna misericordia, doni speranza e serenità ai nostri giorni e rafforzi i cordiali legami di amicizia tra di noi”, ha scritto il papa in un messaggio inviato al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, in occasione delle ricorrenze di Rosh ha-shanah 5777, Yom kippur e Sukkot (Osservatore Romano).
Siria , lo sfogo di Kerry. In una registrazione diffusa dal New York Times, il segretario di Stato Usa John Kerry dice di aver chiesto di appoggiare la sua azione negoziale con la minaccia di un intervento militare: “Ma in questa discussione ho perso”. Il Segretario di Stato, poi, sostiene di essere profondamente deluso dall’atteggiamento di Mosca. “Il problema è che i russi non si preoccupano delle leggi internazionali, mentre noi sì” (Corriere). E intanto il regime di Assad, appoggiato proprio dai russi, continua a bombardare Aleppo, città oramai praticamente rasa al suolo: “Sulle rovine di Aleppo – spiega Repubblica – si decide la riscossa di Bashar al Assad o la tenuta del sedicente Stato Islamico. Ma ormai la devastazione di uno fra gli insediamenti umani più antichi della Storia è totale”.
L’Isis e la jihad in video. Su Repubblica Roberto Saviano presenta il documentario Terror Studios di Alexis Marant, incentrato sulla storia di Zyad, siriano che ha fatto da cameraman per i brutali video-propaganda dell’Isis. “Zyad – racconta Saviano – ha rivelato l’esistenza di una squadra d’élite: professionisti americani, britannici e sauditi che si realizzano i video più importanti, quelli attraverso cui l’Isisvuole mandare messaggi al resto del mondo. Sono loro che hanno girato l’esecuzione del pilota giordano bruciato vivo in una gabbia vestito con la tuta arancione identica a quelle fatte indossare dagli americani ai prigionieri di Guantanamo”.
Filippine, Duterte e i folli paragoni con Hitler. Continua a fa parlare di sé, in negativo, il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, il cui autoritarismo preoccupa la comunità internazionale. Negli scorsi giorni Duterte ha dichiarato che “Hitler ha sterminato tre milioni di ebrei. Nelle Filippine ci sono tre milioni di drogati. Sarei felice di massacrarli. Per salvare la prossima generazione dalla perdizione”. Parole vergognose che si commentano da sole. Il presidente filippino, scrive il Corriere, ha poi in parte ritrattato senza però effettivamente scusarsi di affermazioni tanto gravi contro cui Israele ha protestato formalmente.
Elena Ferrante e la storia famigliare ebraica di Raja. Secondo alcuni ci sarebbe lei dietro al famoso pseudonimo di Elena Ferrante: Anita Raja. E il Sole 24 Ore sembra avvalorare questa tesi, raccontando in un articolo sul suo domenicale la storia famigliare di Raja e ricollegandolo alla Ferrante. In particolare il quotidiano ricorda la storia della madre della traduttrice, Golda Frieda Petzenbaum, detta Goldi: “ebrea tedesca nata da genitori polacchi, lasciò la Germania con isuoi per sfuggire alle persecuzioni naziste”.
La mostra sul 16 ottobre 1943. Su l’Unità l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni firma un editoriale in cui ricorda la necessità di ricordare la data del rastrellamento nazifascista degli ebrei di Roma, invitando ad andare a vedere la mostra attualmente esposta nella Capitale alla Casina dei Vallati e organizzata dalla Fondazione del Museo della Shoah di Roma.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(2 ottobre 2016)