Boldrini-Di Segni:
“Insieme contro l’odio”
Cordiale e costruttivo incontro, ieri a Palazzo Montecitorio, tra la presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Al centro dell’incontro la necessità di rispondere alle molteplici forme di intolleranza, tra cui l’antisemitismo, che segnano spesso il dibattito pubblico, in particolare nei social media.
“La vostra comunità è parte integrante del Paese – ha detto Boldrini – e va coinvolta nella discussione sui temi che sono centrali nella discussione della società italiana”. Dopo aver ricordato la recente approvazione della legge sul negazionismo, la presidente della Camera ha sottolineato l’importanza della Commissione istituita nel maggio scorso a Montecitorio sul razzismo, la xenofobia e l’odio e dedicata alla memoria della deputata britannica Jo Cox: “Tutti – ha detto – siamo chiamati ad essere parte attiva nel prevenire e contrastare questi fenomeni”.
“Proprio mentre il Paese riflette sulla modifica della Costituzione – ha detto la presidente Di Segni – dobbiamo tornare a ragionare su come si possano difendere i valori che ne sono alla base: la dignità e il rispetto degli esseri umani. Bisogna evitare che gli strumenti della democrazia siano sfruttati dai suoi avversari per colpire i nostri valori.”
Nel colloquio si è anche parlato delle iniziative in cantiere per il prossimo Giorno della Memoria.
Resta complessa la situazione in Siria con diplomazia e preparativi di guerra, scrive La Stampa, “sempre più massicci”. Stati Uniti e Stati europei stanno cercando di riaprire un canale di dialogo con la Russia per arrivare a un nuovo cessate il fuoco e a una risoluzione dell’Onu che apra la strada alla protezione dei civili ad Aleppo Est. Ma Washington e Mosca, viene spiegato, si preparano anche a una possibile escalation che potrebbe portare a un confronto diretto fra le loro forze aeree e missilistiche, mentre l’esercito siriano, che per la prima volta in quattro anni ha usato i tank nella città assediata, vuole stroncare la resistenza dei ribelli “entro la fine di ottobre”.
Bloccata ieri, al largo delle coste di Gaza, una flottilla composta da 13 attiviste donne (tra cui l’ex Nobel Mairead Maguire) che si prefiggevano di sbarcare sulle coste della Striscia, controllata dai terroristi di Hamas. Come riporta in breve il solo Avvenire, fonti ufficiali israeliane avevano già ribadito che a quel battello, come a qualsiasi altro, non sarebbe stato sarà consentito di raggiungere Gaza. La tensione tra Hamas e Israele resta molto alta. leri un razzo lanciato dai terroristi islamici è caduto nel centro della cittadina israeliana di Sderot, sul confine.
Tra i protagonisti del festival di Storia del Novecento in svolgimento a Forlì anche Niklas Frank, figlio del gerarca nazista Hans, governatore generale della Polonia dal 1939 fino alla fine del secondo conflitto mondiale e fedelissimo di Hitler. “Dovete immaginarvi mio padre come un uomo viscido, dal carattere sfuggente. È stata la sua viltà a condurlo alla forca. Grazie a Dio è stato giustiziato a Norimberga il 16 ottobre 1946. Sono contrario alla pena di morte – scrive Niklas su La Stampa – ma per mio padre farei un’eccezione ancora oggi”.
Sulle pagine di “Tuttoscienze” de La Stampa un approfondimento dedicato alle eccellenze di Israele nella gestione e nella risoluzione di situazioni di grande difficoltà. Tema che è stato al centro di un importante seminario binazionale Italia – Israele organizzato nelle scorse settimane a Saluzzo dall’Associazione medica ebraica (Ame), dagli Amici del Magen David Adom e dall’Azienda sanitaria di Cuneo. “Il modello da seguire è quello di Israele, nazione che ha imparato a convivere con l’incubo-attentati e che ha una lunga esperienza nella gestione delle maxi-emergenze” spiega Mario Raviolo, direttore della centrale operativa per le maxi emergenze della Regione Piemonte.
Il ministro dell’Interno britannico, Amber Rudd, ha annunciato che il governo intende chiedere alle imprese di rivelare il numero dei dipendenti stranieri per favorire l’assunzione di cittadini inglesi. Una proposta che sta facendo discutere e che divide, anche all’interno del partito conservatore. “Se l’idea di un governo per tutto il Paese, di una Gran Bretagna globale, di una nazione in cui contano non il colore, non la religione, non il sesso, bensì le abilità e la voglia di lavorare unisce il partito – scrive il Corriere – i commenti sull’immigrazione no”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(6 ottobre 2016)