“Israele, un paese alla moda”
Parigi si inchina ad Alber Elbaz
“Eccomi, vi invito a un evento nella settimana della moda parigina senza nemmeno un vestito. Era difficile, ma non lo trovate originale?”. Con il suo consueto sorriso, la sua sottile vena ironica, il suo sguardo sereno dietro agli occhialoni neri, lo stilista israelo-marocchino Alber Elbaz ha accolto il pubblico presente al conferimento della Légion d’honneur, la massima onoreficenza della Repubblica francese, che lo ha premiato per la sua carriera nella moda e il suo generale contributo alla cultura del paese. A consegnare la medaglia è stata il ministro della Cultura e della Comunicazione Audrey Azoulay, un gesto da lei particolarmente sentito in quanto con Elbaz condivide l’origine ebraica marocchina. Azoulay ha ricordato la lunga carriera dello stilista, evocando gli studi e gli esordi a Tel Aviv, il periodo passato a New York con Geoffrey Beene, il suo arrivo a Parigi con Guy Laroche e Yves Saint Laurent, e poi i lunghi quattordici anni a Lanvin, di cui seppe attuare un rilancio straordinario. Un rapporto conclusosi tristemente un anno fa, a causa di alcuni dissapori con la proprietaria della maison Shaw-Lan Wang. “Molte storie d’amore finiscono in tragedia, e questa è la storia di Lanvin”, ha osservato Azoulay. “La Francia però ti è fedele – ha aggiunto, rivolta a Elbaz – ti aspetta”.
“Non posso credere a quale prima fila favolosa ho davanti a me”, ha quindi esordito lo stilista, riferendosi ai molti amici presenti alla premiazione, che tra l’altro costituisce in realtà una promozione dal già acquisito rango di cavaliere. Dell’evento nessuno ha potuto fare a meno di descrivere l’atmosfera insolitamente gioiosa, in particolare per i salotti della settimana della moda di Parigi, tanto che il New York Times scrive che Elbaz “riesce a disarmare anche i più gelidi rappresentanti del mondo fashion, che ha più volte rotto la sua abituale hauteur per prorompere in entusiasti applausi”. E così la diva Demi Moore, sua grande amica seduta in quella favolosa prima fila accanto alla collega Kristin Scott Thomas, ha detto che “è difficile addirittura esprimere a parole l’incredibile amore in questa stanza”. “Alber è il ragazzo più caloroso che io abbia mai incontrato nella moda, e questa è già una buona ragione per premiarlo”, ha aggiunto un altro amico di una vita, Pierpaolo Piccoli, direttore creativo di Valentino, a cui Vogue ha chiesto perché Elbaz meriti la Légion d’honneur. “Il suo approccio gioioso alla moda è qualcosa di nuovo, e con la sua passione le ha dato umanità in un momento in cui non era tutto così umano”.
Nel suo discorso, Elbaz ha commosso il pubblico raccontando la storia di una cliente la quale gli disse che, ogni volta che indossava i suoi vestiti, pensava a sua madre, una sarta sopravvissuta alla Seconda guerra mondiale grazie alla sua abilità. La donna regalò a Elbaz il ditale di sua madre come tributo, e lui ancora oggi lo porta sempre con sé. “È un regalo, ma anche una lezione di vita”. E una lezione di vita è proprio quello che ha voluto lasciare anche lui nel consegnare agli ospiti della cerimonia un profumo inedito e in esclusiva elaborato insieme al celebre profumiere Frédéric Malle. Lo ha chiamato Superstitious perché ha in serbo qualcosa per il futuro di cui per scaramanzia non vuole ancora parlare. Perché il successo è come un profumo. “Possiamo annusarlo – le sue parole – ma mai berlo”.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(6 ottobre 2016)