“Colombia, un Nobel di speranza”

“La Colombia ha davanti a sé un grande avvenire. Ma a una condizione: che si cammini tutti insieme nel segno dell’unità, dei valori condivisi. Che cessino del tutto le ostilità, i rancori, i conflitti. Riconoscimenti come quello tributato oggi possono avere un effetto benefico straordinario”.
Non nasconde l’entusiasmo Gianni Lusena (nell’immagine), console onorario della Colombia in Toscana e figura molto nota della Comunità ebraica fiorentina. Il Nobel conferito oggi al premier colombiano Manuel Santos, principale promotore dei negoziati con le Farc, è infatti a suo dire “un segnale molto chiaro, e un ottimo presupposto”.
Perché se è vero che la scorsa settimana la popolazione ha respinto di misura l’accordo tra governo e Farc, è ancora più vero che i successivi segnali lanciati dagli oppositori lasciano intravedere un percorso comunque propizio. “Sì, direi di sì. Adesso gruppi diversi hanno finalmente iniziato a parlarsi, a ragionare insieme per il bene di tutto il paese. Per quelle che sono le mie fonti, il 90 per cento dei colombiani vuole la pace” osserva Lusena.
Profondo conoscitore della realtà ebraica locale, il console riconosce agli ebrei colombiani un ruolo importante in questa sfida, in questo cammino comunque intricato. “Non ho dubbi sul fatto che in tanti stiano gioendo. Si tratta – dice Lusena – di una giornata storica”.

a.s twitter @asmulevichmoked

(7 ottobre 2016)