Torino – Momigliano e le sue Pagine
“Eredità preziosa per tutti”
In occasione della ripubblicazione di Pagine Ebraiche (Ediz. di Storia e Letteratura, 2016), l’immortale lascito di Arnaldo Momigliano, la Comunità ebraica di Torino assieme al Circolo dei lettori si è fatta promotrice di una stimolante e partecipata serata di approfondimento sui temi dell’opera e la figura del suo autore. In dialogo tra loro Silvia Berti, docente presso l’Università di Roma La Sapienza, curatrice e promotrice di Pagine Ebraiche; Walter Barberis, docente presso l’Università di Torino e Presidente della Giulio Einaudi Editore; lo storico Alberto Cavaglion, docente presso l’Università di Firenze. A moderare il dialogo Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino.
La necessità di ripubblicare nasce dal ritrovamento del dattiloscritto di un’intervista che Silvia Berti fece a Momigliano ai tempi della prima pubblicazione del volume. Ad oggi questo documento inedito rientra nel genere dell’intervista postuma. Il ritrovamento di tale intervista ha riacceso il dibattito sulla complessa e articolata figura di Momigliano, soprattutto negli ambienti accademici a cavallo tra Italia e Stati Uniti dove per lungo tempo insegnò. “L’intervista delinea un autoritratto dell’autore”, spiega Disegni, “che scava nella storia per scavare in realtà dentro se stesso”. L’elemento autobiografico, afferma poi Cavaglion, è centrale in Pagine Ebraiche, dove si percepisce la volontà di Momigliano di tornare alle origini e ai ricordi d’infanzia. Arnaldo infatti si formerà in casa sotto la guida di due figure, Amadio Momigliano e Felice Momigliano, due modelli antitetici della sua cerchia familiare, la tradizione da un lato e un maggior liberismo dall’altro. Arnaldo riuscirà a ricavarne una sintesi che applicherà poi nei sui studi universitari e nella propria carriera accademica, fino ad arrivare ad intendere la storiografia come una vocazione religiosa.
Segue l’intervento di Walter Barberis, che ricostruisce il contesto di idee, di uomini e di libri dove maturò il rapporto tra Momigliano e la casa editrice Einaudi. L’anno che fa affacciare Arnaldo sulla scena è il 1975, anno in cui sono usciti i volumi della Storia d’Italia Einaudi, collana diretta da Ruggero Romano e Corrado Vivanti. Sulla scia di questa pubblicazione, nasce l’idea di confezionare un volume sulla Storia di Roma ed è Aldo Schiavone che coinvolge lo storico Arnaldo in questo compito. Nel 1987, grazie al lavoro di Silvia Berti, Einaudi pubblica Pagine Ebraiche.
Infine è Silvia Berti a prendere la parola per raccontare la nascita del rapporto con Momigliano. Perché questo libro? “Dalle letture dei grandi saggi di argomento storiografico mi sono formulata l’idea che il nucleo più profondo della domanda storica di Momigliano risiedesse nel rapporto con la tradizione ebraica, o quella che lui stesso definiva Esperienza etica del giudaismo”. La propria appartenenza al mondo ebraico la si ritrova in Momigliano sotto forma di fedeltà alla religione dei padri assieme a una storicizzazione estrema della storiografia ebraica. “Questa ragazza ha deciso di farmi ebreo”, la frase rimasta impressa nella sua memoria. Parole che Arnaldo pronunciò in occasione di un incontro tra Berti e Carlo Ginzburg, a proposito dell’imminente pubblicazione dell’opera.
Alice Fubini
(7 ottobre 2016)