ORIZZONTI Parigi scheda 15 mila islamici “Una minaccia per lo Stato”

Sono più di 15 mila gli islamici residenti in Francia che, potenzialmente, possono rappresentare una minaccia per lo Stato, trasformandosi in terroristi. Tutti «schedati» nello speciale dossier contrassegnato con l’acronimo Fsprt, creato nel marzo 2015 dopo l’attacco alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. E reso ancora più necessario dopo il massacro di novembre al Bataclan di Parigi e la strage del 14 luglio scorso sulla promenade Des Anglais di Nizza. Il lungo elenco, di cui si è saputo dal «Journal du dimanche», è il frutto di una duplice azione: da un lato il lavoro di intelligence dei «servizi» e dall’altro le segnalazioni giunte da numerosi cittadini, soprattutto attraverso il numero verde legato al centro nazionale per l’assistenza e la prevenzione della radicalizzazione (Cnapr). Include dati personali e mostra anche le possibili connessioni tra individui identificati, e le loro posizioni. È accessibile soltanto a una cerchia ristretta di funzionari autorizzati, appartenenti alle unità impegnate nella lotta al terrorismo. Ed è aggiornato di mese in mese grazie a informazioni raccolte sul campo e alle chiamate ricevute sulla piattaforma di reporting. Ci sono madri che preferiscono vedere il loro figlio in carcere piuttosto che i n Siria a combattere per l’Isis. A nomi che escono dal dossier, dopo approfondimenti su abitudini e legami, corrispondono nuovi ingressi, quasi in misura eguale. Sono circa 4 mila i soggetti ritenuti più pericolosi, sospetti che potrebbero colpire in qualsiasi zona del Paese. Per un terzo dei «sorvegliati» è però sufficiente un’attenzione più marcata da parte dei servizi parasociali, attraverso le prefetture, che comprende gli aspetti legati all’istruzione. Secondo le fonti investigative, i reclutamenti sono diffusi in tutto il territorio, ma si concentrano nelle aree urbane più densamente popolate: la regione di Parigi, quella del Rodano e il Sud Est, come dimostra la strage di Nizza. Non a caso, nella mappa del radicalismo islamico in buona parte della Costa Azzurra (fino al confine con l’Italia) viene indicata la presenza di oltre 300 individui da controllare.

Gianni Micaletto e Lorenza Rapini
La Stampa, 11 ottobre 2016