…salvataggi

Ai margini del dibattito sulle espressioni usate nel 1946 dal Cardinale di Torino Monsignor Maurilio Fossati nei confronti dei profughi ebrei sopravvissuti alla Shoah, vorrei aggiungere un’osservazione che aiuta a chiarire la personalità e l’opera dell’illustre porporato. Dopo l’8 settembre 1943, la Curia di Torino ma in particolare Don Vincenzo Barale, che era il segretario del Cardinale Fossati, si adoperarono per dare rifugio a numerose famiglie ebraiche che in Piemonte erano in cerca di aiuto. Don Barale riuscì prima a ospitare brevemente in arcivescovado e poi a trovare diverse famiglie disposte a ospitare a Torino e in altre località della regione degli ebrei locali perseguitati, i bimbi dell’orfanotrofio ebraico, oltre a un certo numero di ebrei stranieri – talora a pagamento, talora gratuitamente. Per queste sue azioni coraggiose, il 15 agosto 1944 Don Barale fu arrestato e internato nel carcere di Torino da cui fu successivamente liberato.
Nella sua opere capillare di salvataggio Don Barale ebbe l’appoggio del suo superiore, anche se in ogni occasione agì da solo cercando anche con successo di mobilitare altri prelati nella sua missione. Interessante in proposito la testimonianza del libro di Giuseppe Tuninetti, Giuseppe Pollarolo: un prete di frontiera (1907-1987), pubblicato da Rubbettino nel 2004, in cui si narrano le vicende di un altro prelato torinese. Don Barale aveva pregato di accogliere e nascondere un gruppo di ebrei presso il noviziato delle suore carmelitane di Val S. Martino a Torino, e Don Pollarolo era servito da intermediario. Le famiglie arrivarono fra la metà di dicembre del 1943 e i primi giorni di agosto del 1944. “Nel frattempo – secondo la memoria raccolta da Tuninetti – essendo infierita la persecuzione contro gli ebrei ed avendo nella casa parecchi locali vuoti, Mons. Barale, Segretario dell’Ecc.mo Cardinale, ci pregò di offrire segreta ospitalità ad alcuni di essi”. Anche Don Pollarolo fu arrestato e tenuto in carcere dal giugno al luglio del 1944. Con la sua liberazione, veniva deciso il trasferimento dal convento, dov’era situata, ad altra sede dell’Opera Nazionale di Assistenza Religiosa e Morale degli Operai (ONARMO). “Rimaneva l’ostacolo dei signori Ebrei: licenziarli in momenti politicamente tanto difficili sembrava atto inumano, tenerli ancora diveniva per noi una difficoltà grave perché la loro permanenza ci impediva di mettere la casa in condizione di ricevere il noviziato. Ma quando meno ce l’aspettavamo il Signore venne in nostro aiuto. Il 15 agosto Mons. Barale veniva arrestato proprio per motivo degli Ebrei e S. E. il Cardinale ci ordinò di licenziare immediatamente quelli che noi tenevamo”.
Nel 2014, Don Vincenzo Barale è stato riconosciuto come Giusto delle Nazioni dall’apposita commissione di Yad Vashem. Per quanto riguarda il Cardinale Fossati, invece, non sono stati individuati gli elementi necessari per una tale raccomandazione.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(13 ottobre 2016)