Shir Shishi – Shlomit costruisce una capanna
Alla chiusura di Yom Kippur, dopo la tefillat Ne’ila, il suono dello shofar si rompe il digiuno e si pianta il primo yated (palo) della capanna di Sukkot. Come scrive rav Gianfranco Di Segni, anche la festa di Sukkot rappresenta spirito e materia in un modo indiscernibile e infatti la tradizione descrive il tetto della dimora temporanea ed estremamente ecologica, costruita a cielo aperto, come una copertura di frasche verdi o di nuvole del firmamento. Tutti sono benvenuti nella sukkah, i nostri Padri e le nostre Madri, i profeti, i parenti e gli amici. Per Naomi Shemer l’invito include tutto il vicinato, perché la bambina Shlomit trasforma la sua capanna in una struttura priva di barriere, in un luogo di pace e di accoglienza per tutti senza alcuna esclusione. La canzone di Shlomit, la bambina della pace, è la più cantata in Israele durante gli otto giorni della Festa. La intonano i bimbi, i genitori, i cori, i cantanti famosi e chiunque sappia fischiettare la melodia orecchiabile scritta sempre dalla Shemer nel 1971.
Hag Sameach a tutti!
Shlomit costruisce una capanna
luminosa e verdeggiante,
per questo oggi è così indaffarata.
Ma non è solo una capanna
luminosa e verdeggiante.
Shlomit costruisce una capanna di pace.
Non scorderà di porvi
lulav e rami di mirto,
una fronda verde di salice,
un melograno in mezzo alle foglie
e tutti i frutti autunnali
dalla fragranza di giardini remoti.
E quando Shlomit dirà:
Guardate, è finita!
Qualcosa di meraviglioso accadrà:
arriveranno i vicini
e saranno tanti
ma ci sarà spazio per tutti.
E allora tra le frasche
brillerà una stella lucente quanto un diamante.
Shalom capanna delle meraviglie!
“Com’è bello e piacevole”;
Shlomit ha costruito una capanna di pace.
https://www.youtube.com/watch?v=l_Zw8rkUAtc
Sarah Kaminski, Università di Torino