…paradossi

Per chi si occupa di salvaguardia dei beni culturali, la risoluzione adottata dal comitato dell’UNESCO a proposito delle responsabilità di Israele sulla tutela dell’integrità del monte del Tempio e delle mura della città suona paradossale e dolorosa. La strumentalizzazione politica condita di toni burocratici assurdi e surreali è talmente palese da rasentare il ridicolo. Ma ciò che turba maggiormente è la mancanza di reazioni pubbliche degne di nota da parte non ebraica. Sarebbe sufficiente un segnale, una dichiarazione (anche da parte del ministero del nostro paese) che affermi con forza l’idea che con i beni culturali non si scherza e che non ci è concesso il lusso di usarli come merce di favori politici. Che ci si indigni, dunque, se Daesh prende a cannonate Palmira; magari si alzi un pochino la voce per quel che sta succedendo ad Aleppo, città martoriata tanto nei corpi vivi dei suoi abitanti quanto nelle bellezze artistiche che nessuno piú ci restituirà (ma non mi pare che il comitato UNESCO sia interessato alla faccenda). Ma per carità non ci si copra di ridicolo criticando il percorso della metropolitana di superficie di Gerusalemme che deturperebbe la bellezza delle sue mura: sarebbe come chiedere all’Italia di demolire la funivia del Lagazuoi perché deturpa la bellezza delle Dolomiti del passo Falzarego. Anche quelle, guarda un po’, sono patrimonio dell’umanità, e forse, a ben vedere, in quel luogo l’Italia è “potenza occupante”, come ripetutamente Israele viene chiamata in riferimento a Gerusalemme.

Gadi Luzzatto Voghera, storico

(14 ottobre 2016)