Istituzioni, sdegno trasversale
“Voto italiano, un passo falso grave”

Molte e trasversali le voci a levarsi nel mondo delle istituzioni contro la decisione dell’Unesco. “Non ha senso negare l’ebraicità del Muro del Pianto. Chiederò a Renzi e Gentiloni di parlare della questione, sono certo che si cercherà il modo per tornare indietro da questa posizione” afferma il parlamentare democratico Emanuele Fiano. “Esprimo solidarietà allo Stato d’Israele per una decisione che lascia stupiti” dice presidente dell’Associazione Interparlamentare di Amicizia Italia-Israele, l’onorevole Maurizio Bernardo.
Significativa la presa di posizione del vicepresidente della Camera dei deputati, il grillino Luigi Di Maio, che al sito della Stampa ha dichiarato: “La cultura deve unire, non possiamo prendere questa direzione. Penso che Gerusalemme sia il luogo in cui tutte le religioni debbano avere il diritto e la possibilità di riconoscersi, questa risoluzione nega una identità e dunque è divisiva, non è questo ciò di cui abbiamo bisogno”.
“Negare il legame tra il Monte del Tempio e l’ebraismo e il cristianesimo è un falso storico, un falso culturale e un incoraggiamento all’odio anti-Israele e al terrorismo islamico che non accetta neppure l’idea di una pacifica convivenza, una strizzata d’occhio al regime di Teheran che ha più volte proclamato di voler distruggere lo Stato ebraico” scrive in una nota il senatore Lucio Malan, di Forza Italia.
Per questo pomeriggio alle 15 il quotidiano Il Foglio ha promosso un’iniziativa di protesta davanti alla sede romana dell’Unesco. “Per un giorno – si legge oggi sul quotidiano, che pubblica molti messaggi e molti interventi – trasformeremo la sede dell’Unesco a Roma nel nostro Muro del Pianto: portando di fronte alla sede italiana dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura le lettere del Foglio e dei nostri lettori per spiegare che cancellare la storia di Israele non è Educazione, non è Scienza, non è Cultura: è semplicemente una Shoah culturale”. “È importante esserci, dare un segnale. Perché riscrivere la storia è un fatto inammissibile, una vergogna” racconta alla redazione UCEI Claudio Cerasa, direttore del quotidiano
Scrive il Consigliere UCEI David Meghnagi: “Se non fosse per le implicazioni, verrebbe da ridere amaramente all’idea che una votazione dell’Unesco, nata per tutelare i beni comuni dell’umanità, la storia possa essere cancellata con un trattino a uso e consumo di stati autoritari e totalitari”.

a.s.

(19 ottobre 2016)