…Messico
Nella vicenda tragica e grottesca del voto all’Unesco, è ancora più tragico e grottesco quanto è avvenuto nella delegazione del Messico. Il Messico, rammentiamo, è il paese che nel novembre 1975 aveva ospitato la Conferenza mondiale per l’Anno Internazionale della Donna, la cui mozione finale richiedeva l’eliminazione del colonialismo, del neo-colonialismo, dell’occupazione straniera, del sionismo, dell’apartheid e della discriminazione razziale in tutte le sue forme. Su questa falsariga, nel novembre 1975 l’Assemblea Generale dell’ONU approvava a larga maggioranza la mozione che equiparava il sionismo a una forma di razzismo – mozione poi revocata dall’Assemblea Generale della stessa ONU nel dicembre 1991. All’epoca il ministro degli esteri messicano era Emilio Óscar Rabasa Mishkin, un diplomatico di origine ebraica, che poche settimane dopo era costretto a dimettersi. Da allora i rapporti fra Messico e Israele sono notevolmente migliorati. Ma lo scorso aprile il Messico ha votato all’Unesco a favore della mozione anti-israeliana sui luoghi santi a Gerusalemme. Nonostante gli sforzi della diplomazia israeliana, anche nella nuova votazione di questi giorni all’Unesco il Messico si è schierato a favore della nuova versione della stessa mozione. Il capo della delegazione messicana all’Unesco era l’ambasciatore Andrés Roemer, vedi caso anche lui membro della comunità ebraica messicana, che a onor del vero al momento del voto si è fatto sostituire da un altro membro della sua delegazione. A questo punto la comunità ebraica di Città del Messico è insorta e ha esercitato forti pressioni sul Presidente Enrique Peña Nieto e sul ministro degli Esteri Claudia Ruiz Massieu. Il risultato è stato una richiesta del Messico di ripetere la votazione allo scopo di poter modificare il proprio voto da favorevole alla mozione a astenuto. Ma su pressione di diversi paesi europei la nuova votazione non ha avuto luogo. Il risultato non è cambiato e chi ci è andato di mezzo è stato l’ambasciatore messicano all’Unesco che è stato rimosso dalla carica.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme
(20 ottobre 2016)