Piero Terracina incontra i giovani:
“Raccogliete il mio testimone”
“Piero, vuoi prenderti una pausa?”. “No, assolutamente no”.
In questo scambio la misura del successo della straordinaria lezione offerta ieri dal Testimone della Shoah Piero Terracina ai tanti ragazzi accorsi a Roma, alla Casa della Memoria e della Storia, su invito dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia.
Due ore fluide di racconto, testimonianza, impegno civile in un costante scambio con il pubblico presente in sala. Un incontro molto atteso e significativo nel percorso di preparazione al Viaggio della Memoria organizzato dall’Ugei per i prossimi giorni.
Introdotto dal presidente Ugei Ariel Nacamulli, dal presidente dell’Aned Roma Maurizio Ascoli e dalla ricercatrice Grazia Di Veroli, Terracina si è lungamente confrontato sul significato e sulla sfida del suo impegno. Un impegno rivolto in prima istanza verso le nuove generazioni, chiamate a raccogliere e a portare avanti questo imprescindibile sforzo.
“Siamo l’ultima generazione che ha la possibilità di ascoltare e confrontarsi direttamente con i sopravvissuti. Raccogliere il testimone della Memoria è fondamentale” ha confermato Nacamulli nel suo intervento introduttivo (di cui pubblichiamo un ampio stralcio).
“Combattiamo il rischio del negazionismo”
L’evento è nato per un duplice motivo, in occasione del 73° anniversario della razzia del 16 ottobre e come evento preparatorio in vista del viaggio della memoria per giovani, organizzato dall’UGEI.
Guardatevi intorno, in questa stanza ci sono tre generazioni. C’è la generazione dei testimoni diretti, la generazione dei figli, e poi c’è la nostra, che, fortunatamente aggiungerei, spesso ha avuto poche possibilità di trovarsi davanti alla storia, davanti ai testimoni diretti. Per questo motivo abbiamo voluto dare questa possibilità ai nostri ragazzi, la possibilità di fare un viaggio attraverso i luoghi della memoria pensato appositamente per loro. Siamo l’ultima generazione che ha la fortuna di ascoltare i testimoni diretti, è il momento per noi di raccogliere il testimone della memoria, di conservare il suo valore.
Il negazionismo sempre in agguato deve essere combattuto con la consapevolezza della storia e divulgarla al meglio delle nostre possibilità.
Proprio in questi giorni abbiamo assistito a una ignobile sconfitta della civiltà a favore di un negazionismo, seppur di altra matrice, ugualmente grave e pericoloso. Parlo ovviamente della riscrittura della storia della risoluzione UNESCO relativa a Gerusalemme. Voglio prenderlo come esempio pratico. Finché rimaniamo solo noi, come ebrei, a parlare a noi stessi senza parlare all’esterno, se non sensibilizziamo sufficientemente, il rischio del negazionismo è sempre più reale.
Ariel Nacamulli
(20 ottobre 2016)