Il Cinquantenario dell’alluvione
“Luciano Camerino, eroe di Firenze”
Documenti e opere d’arte ritrovate. Registri delle confraternite del Settecento, note stilate dai custodi del Tempio nel secolo successivo e molto altro ancora. Tutto questo nella suggestiva mostra inaugurata oggi in sinagoga a Firenze, importante tappa di avvicinamento al grande evento di giovedì: l’inaugurazione della mostra “E le acque si calmarono” alla Biblioteca Nazionale Centrale su iniziativa della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia (inaugurazione alle 17.30, preceduta due ore prima da un incontro di approfondimento).
Grande partecipazione e grande interesse per l’iniziativa odierna, che segna l’avvio del contributo che la Comunità ebraica fiorentina offrirà all’elaborazione dei temi sollevati nel Cinquantenario dell’alluvione (non a caso era presente il gonfalone del Comune). L’uomo di fronte alle catastrofi naturali: le difficoltà, le sfide, l’incertezza. Ma anche la straordinaria pagina di solidarietà che talvolta è in grado di esprimere nei momenti più complessi.
Concetti toccati nei loro interventi dal presidente dell’Opera del Tempio Ebraico Renzo Funaro, dal presidente della Comunità ebraica fiorentina Dario Bedarida e dal rabbino capo Joseph Levi. E che sono stati inoltre sviluppati nelle relazioni di tre studiose coinvolte in questa sfida: Dora Liscia Bemporad, Liana Funaro e Gabriella Todros.
Solidarietà, si diceva. È stata questa, oggi, una delle parole più pronunciate. Con uno straordinario esempio a illuminare il ricordo di quelle ore: a emergere la figura di Luciano Camerino, Testimone romano della Shoah che dalla Capitale volle venire in soccorso alla città disastrata. La vista della sinagoga, degli ingenti danni subiti, gli fu fatale. Fu infatti colto da un malore e, poche ore dopo, morì. Commoventi le parole delle figlie, oggi presenti all’inaugurazione, che hanno ricordato la profonda umanità del padre. Il suo altruismo, la sua bontà. Significativamente, Camerino riposa oggi con al fianco uno dei Sefer Torah alluvionati che non fu possibile restaurare.
E grande emozione ha destato anche il ricordo dell’ingegner Giuseppe Viterbo, da poco scomparso, che molto si spese per salvaguardare la biblioteca ebraica fiorentina colpita dalla furia dell’Arno. Testimone diretto di quelle ore, ha voluto lasciare una commovente memoria pubblicata nel catalogo della mostra.
(23 ottobre 2016)