Unesco, sintonia con il Premier Al lavoro per correggere il tiro
Un colloquio molto positivo e costruttivo è avvenuto a pochi minuti dall’inizio dello Shabbat fra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni riguardo alla vicenda della posizione italiana in seno all’Unesco già affrontata da Renzi in termini molto critici nella mattinata.
Riportato ieri con grande evidenza dalla stampa italiana, il colloquio è arrivato al termine di una giornata apertasi con la diffusione di un alla riflessione al Capo dello Stato Sergio Mattarella, che prossimamente Di Segni accompagnerà in Israele. Invito che era subito rimbalzato a Palazzo Chigi suscitando la ferma reazione del premier e le sue ferme parole di condanna dell’atteggiamento tenuto dal nostro paese a Parigi.
“Accolgo con grande soddisfazione le parole pronunciate dal primo ministro sull’ignobile voto dell’Unesco che, con il colpevole silenzio dell’Italia, ha cancellato millenni di storia ebraica a Gerusalemme e in Israele. La speranza – aveva quindi dichiarato Di Segni nel corso della giornata – è che documenti simili in futuro non solo trovino ferma opposizione da parte dei nostri rappresentanti ma proprio non arrivino mai più sul tavolo di organizzazioni che dovrebbero assolvere al loro vero fine istituzionale senza cedere a vergognose e strumentali delegittimazioni come quella cui abbiamo assistito nei giorni scorsi”.
Molte le pagine di approfondimento che i quotidiani hanno dedicato ieri alla vicenda. Interviste, commenti, schede. Alcune precisazioni del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervistato dal Corriere. “Va ripensato il nostro atteggiamento complessivo nei confronti dell’Unesco e delle sue impresentabili maggioranze. Le scuse non bastano. L’allucinante astensione – ha scritto Pierluigi Battista in un editoriale pubblicato sulla prima pagina del quotidiano – non deve avere mai più una replica”.
All’uscita di shabbat è stata poi data la notizia di un colloquio telefonico tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente del Consiglio Renzi. Netanyahu ha ringraziato il collega italiano per le sue affermazioni sul fatto che “il voto italiano sui legami tra il popolo ebraico e Gerusalemme è stato un errore che non si ripeterà” (parole oggi richiamate su l’Unità). “Anche il teatro dell’assurdo ha dei limiti – ha aggiunto Netanyahu in una dichiarazione diffusa dal suo ufficio – ed è importante che paesi che hanno rispetto di se stessi e della verità non vi prendano parte”. “Non è una questione politica – ha spiegato il Primo ministro israeliano riferendosi ai legami tra popolo ebraico e Gerusalemme – ma un fatto storico”.
Firenze, i libri ebraici salvati dall’alluvione. In evidenza sulle pagine culturali del Messaggero il grande ritorno dei libri ebraici alluvionati a Firenze, con la mostra “E le acque si calmarono” che si inaugurerà giovedì 27 alla Biblioteca Nazionale Centrale.
Recuperati e valorizzati su iniziativa della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia insieme alla Nazionale, i volumi restaurati permetteranno di approfondire la storia plurisecolare della Comunità ebraica fiorentina, il suo contributo al progresso culturale ed economico della città, i molti personaggi che lasciarono il segno.
Com’è possibile che il nemico numero uno resti sempre Israele? Se lo chiede Furio Colombo che sul Fatto Quotidiano denuncia l’ipocrisia e le distorsioni di chi chiude gli occhi davanti a tragedie umanitarie come quella di Aleppo ma vota una risoluzione anti-storica come quella approvata dall’Unesco. “Nello stesso tempo, e mentre stiamo attendendo di sapere il tanto narrato e filmato e ritardato assalto del mondo libero a Mosul avrà o no successo – scrive Colombo – si moltiplicano le università inglesi che proclamo il boicottaggio delle università israeliane, e che, però, non hanno mai accennato al boicottaggio di università in Siria (Damasco) e Iraq (Bagdad)”.
Il massacro dell’Isis a Mosul. I terroristi del sedicente Stato islamico stanno compiendo massacri nella Mosul assediata dalle forze alleate, che cercano di liberarla. Il Corriere, attraverso il reportage di Lorenzo Cremonesi, parla di 284 persone, donne e bambini compresi, uccise a colpi di mitra e poi sepolte in fosse comuni scavate dai bulldozer dell’Isis. “L’Isis – spiega il giornalista – sta abbandonando i quartieri a sud dell’Eufrate. Sono difficili da difendere, potrebbe minarli, infarcirli di bombe trappola. I suoi uomini stanno concentrandosi nei quartieri a nord del fiume, dove si trova la parte vecchia della città”.
Spiegelman spiega Spiegelman. Il 25 ottobre esce anche in Italia MetaMaus, opera in cui il grande fumettista Art Spiegelman spiega e racconta la genesi del suo capolavoro Maus, il graphic novel “che trent’anni fa cambiò per sempre il modo di raccontare la Shoah”, come scrive Repubblica. Sul quotidiano compaiono sia un testo di Spiegelman, tratto dal volume MetaMaus (edito in Italia da Einaudi), sia una recensione di Siegmund Ginzberg, secondo cui nessuno poteva “immaginare, trent’anni fa, che una interpretazione a fumetti delle memorie narrate di padre in figlio, in una famiglia ebraica passata per Auschwitz, divenisse un “classico” in tutti i sensi”.
16 ottobre 1943. Sul Corriere Roma un lettore condivide la proposta lanciata tra gli altri dal giornalista Paolo Conti di proclamare il 16 ottobre, giorno della razzia nazifascista dell’antico ghetto ebraico della Capitale, giornata di lutto cittadino. “Il mio è stato solo un piccolo contributo alla battaglia cominciata grazie a Pierluigi Battista (e ringrazio molto Furio Colombo per il suo intervento di mercoledì 19)”, scrive Conti.
Studenti di Milano, visitate il Memoriale della Shoah. Manifestazione antifascista ieri al Parini. Il sindaco Beppe Sala passa, si ferma e prende il microfono ed esorta gli studenti a visitare i luoghi dell’antifascismo come il Memoriale della Shoah o piazzale Loreto (Corriere Milano).
Segnalibro. Su La Lettura, inserto del Corriere della Sera, viene presentata la pubblicazione del lavoro di Leo Strauss Il testamento di Spinoza, a cura di Riccardo Caporali ed edito da Mimesis. “Questi lavori – scrive Mauro Bonazzi parlando dell’opera di Strauss – aiutano a meglio comprendere l’importanza della presenza di un ospite inatteso, a cui Strauss continuamente pensa quasi mai nominandolo. Friedrich Nietzsche. Senza di lui non si può capire che cosa sia davvero in gioco”. Sul domenicale del Sole 24 Ore invece Ernesto Ferrero presenta la storia di Max Mannheimer, “uno degli ultimi superstiti di Auschwitz che ci ha lasciato il 23 settembre all’età di 96 anni, è diversa da quella di tanti altri testimoni”. La testimonianza di Mannheimer è raccolta in Una speranza ostinata, edito in Italia da Add.
Daniel Reichel
(23 ottobre 2016)