Il ministro Gentiloni in Parlamento:
“L’Unesco torni a fare l’Unesco”
“Se le stesse proposte ci saranno ripresentate ad aprile, il governo italiano passerà dall’astensione al voto contrario”.
Parole ferme e inequivocabili quelle pronunciate ieri dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alla Camera dei deputati, dove era atteso da un question time dedicato tra i molti temi al recente voto che all’Unesco, con duplice astensione italiana, ha negato la storica identità ebraica di alcuni luoghi di Gerusalemme.
Rassicurazioni significative, quelle del ministro, che sono arrivate a poche ore da un costruttivo incontro alla Farnesina con una delegazione ebraica guidata dalla presidente UCEI Noemi Di Segni e di cui facevano anche parte la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, il vicepresidente dell’Unione Giorgio Mortara e il segretario generale UCEI Gloria Arbib.
“Credo che dobbiamo lavorare affinché l’Unesco faccia l’Unesco, perché non c’è dubbio che si tratta di una delle Organizzazioni delle Nazioni Unite che potenzialmente ha il ruolo più importante e per noi italiani un ruolo fondamentale. Noi siamo orgogliosi di essere il Paese al mondo che ha il maggior numero di siti definiti dall’Unesco patrimonio dell’umanità, ma contemporaneamente – ha affermato il ministro alla Camera – non possiamo accettare l’idea che, invece di concentrarsi sulla tutela del patrimonio culturale, l’Unesco diventi cassa di risonanza di conflitti di natura politico-religiosa”.
Nell’esprimere il proprio apprezzamento per queste parole, il parlamentare del Pd Emanuele Fiano ha tra gli altri affermato: “Nessuna pace sarà mai aiutata dalla falsificazione della storia. Gerusalemme è sede delle radici di tre religioni, raccontare una storia falsa, falsare le origini di quei luoghi: non aiuterà nessuno. Per questo abbiamo apprezzato la presa di posizione del ministro Gentiloni e del presidente del Consiglio all’indomani del voto di astensione dell’Italia all’Unesco. Bisogna continuare a lavorare e sono lieto dell’affermazione appena fatta dal ministro sul prossimo voto contrario a simili affermazioni in futuri documenti dell’Unesco”.
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(27 ottobre 2016)