Shir shishi – La cerbiatta
Yona Wallach nasce nel 1944 in una piccola cittadina non lontano da Tel Aviv; da bambina perde il padre, caduto soldato nella Guerra d’Indipendenza di Israele. È una ragazzina intelligente, ribelle, creativa e anti conformista che frequentando la scuola di arte “Avni” diventa ben presto un personaggio di spicco dei circoli bohémienne e un’artista discussa, a volte amata, a volte odiata: insomma una “poetessa maledetta”. Frequenta Natan Zach, Zelda, Meir Wieseltier e David Avidan, entrando così a modo suo nella cerchia dei poeti più importanti di Israele.
Nulla è sacro per Yona Wallach; la sessualità è parte del suo linguaggio lirico e la religione una delle metafore del quotidiano. L’esperienza della cura psichiatrica in cui le viene somministrato l’LSD è alla base del suo stile “parlato”, sfacciato, duro e allo stesso tempo tenero e pieno di amore. La Wallach, una grande matriarca della lirica israeliana, merita un libro intero e cito volentieri il saggio interessante di Elisa Carandina a lei dedicato. Yona muore di cancro a soli 41 anni. Oggi propongo due sue poesie dedicate alla Cerbiatta, una figura letteraria colma di significato dalla Bibbia ai giorni nostri.
In un anfratto nascosto tra i dirupi
una cerbiatta si disseta,
cosa ci accomuna, se non le rocce del mio cuore
la sorgente della mia vita
l’arcano
Cerbiatta cosa ci accomuna –
cosa ci unisce –
Cerbiatta cosa ci accomuna –
se non il mio amore
Sarah Kaminski, Università di Torino