Mattarella in Israele

rassegnaInizia ufficialmente in queste ore, con la visita allo Yad Vashem di Gerusalemme, il viaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che da qui segue con preoccupazione le notizie sul terremoto che ha nuovamente colpito il Centro Italia.
Ad accompagnare il Capo dello Stato, tra gli altri, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Mattarella terrà nel pomeriggio una lectio magistralis all’Università Ebraica della Capitale e a seguire visiterà la Comunità degli italkim (italiani residenti in Israele). Ma la visita del Presidente della Repubblica si è aperta con uno sfiorato incidente diplomatico tra Italia e Israele: le assurde parole del viceministro israeliano per la Cooperazione regionale Ayoub Kara – che aveva definito l’ultimo terremoto che ha colpito il Centro Italia “una punizione divina” dovuta all’astensione di Roma sulla risoluzione Unesco – hanno infatti generato profondo imbarazzo tra Roma e Gerusalemme. Dalla Capitale israeliana sono arrivate pronte le scuse del governo Netanyahu per le parole di Kara: come raccontano il Corriere e il Fatto Quotidiano, in via del tutto eccezionale, da Israele è arrivato l’intervento di Shabbat (tanto è stata considerata seria la situazione) del portavoce del ministero degli Esteri Emmanuel Nahshon: “Condanniamo le parole del viceministro Ayoub Kara. Sono inappropriate e non dovevano esser pronunciate. Il viceministro si è scusato per questo e ci associamo a queste scuse. Netanyahu affronterà l’argomento direttamente con Kara il più presto possibile”. Brutto incidente dunque, rientrato, dunque, ma come, racconta il Corriere, non è la prima volta che Kara, politico druso del Likud, mette in imbarazzo Netanyahu con i suoi comportamenti all’estero: nel 2010 aveva deciso di incontrare Heinz Christian Strache a Vienna, arrivando a definirlo un “amico”. “La comunità ebraica austriaca – scrive il quotidiano- aveva giudicato inaccettabile che un rappresentante israeliano stringesse la mano al leader di un partito xenofobo e aveva scritto una lettera di protesta a Netanyahu”.

A Gerusalemme, una giornata per Natalia Ginzburg. Su La Stampa Manuela Consonni, direttrice del Programma di Studi italiani dell’Università Ebraica di Gerusalemme, presenta la giornata di studi dedicata a “Natalia Ginzburg: la scrittura e la vita. A cento anni dalla nascita”, organizzata proprio dal Programma di Studi italiani e dall’Istituto Van Leer in collaborazione, tra gli altri, con l’Istituto italiano di Cultura di TeI Aviv e l’ambasciata italiana in Israele. “Le ragioni che spiegano la fortuna per la quale, a 25 anni dalla morte, Natalia Ginzburg rimane una delle scrittrici più amate, studiate e lette in Israele sono molteplici”, spiega Consonni, sottolineando la fama letteraria internazionale della scrittrice torinese e il fatto che il pubblico israeliano dei suoi libri apprezzi in particolare la scrittura “sospesa tra l’autobiografia e la testimonianza”. “Le posizioni critiche di Natalia Ginzburg verso la politica dello Stato di Israele negli anni Ottanta, dopo il massacro di Sabra e Chatila, – spiega ancora Consonni – e le sue scelte religiose, personali e non discutibili, hanno sempre interessato poco Israele e la sua cultura, popolare e scientifica, che continua a onorarla come parte integrante del proprio codice genetico e del proprio patrimonio culturale”.

Fratelli di note. “La stagione della Filarmonica della Scala unisce nel concerto d’apertura del 7 novembre il celebre direttore e pianista e una regina della tastiera. Un sodalizio nato a casa di un imprenditore ebreo e incoraggiato da un insegnante calabrese”, così il Corriere della Sera racconta l’amicizia tra il maestro Daniel Barenboim e Martha Argerich.

Clinton e il caso delle mail. Come racconta Repubblica “per Donald Trump è stata come una manna, un regalo arrivato quando era dato per spacciato da tutti, compresi molti suoi sostenitori. La nuova indagine dell’Fbi sulle email di Hillary Clinton cambia all’improvviso la dinamica elettorale, costringe sulla difensiva l’ex First Lady”. Ad imbarazzare Clinton e il partito democratico anche il caso di Anthony Weiner e dello scandalo a luci rosse che lo ha coinvolto, legato, come spiega Federico Rampini su Repubblica, alla vicenda delle mail della stessa Clinton.

Daniel Reichel

(30 ottobre 2016)