Mattarella incontra Netanyahu
poi va a Tel Aviv per il Meis

rassegnaSi conclude oggi il viaggio del Presidente Sergio Mattarella in Israele. Primo appuntamento, l’incontro con il Primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, poi la delegazione italiana si sposterà a Tel Aviv dove il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini presenterà, al Museo Eretz Israel, il grande progetto del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. A intervenire davanti al Capo dello Stato, il presidente del Meis Dario Disegni, il direttore Simonetta Della Seta, e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
Terminato l’incontro, Mattarella tornerà in Italia per recarsi nelle zone terremotate (Il Sole 24 Ore. I quotidiani di oggi, intanto, dedicano spazio al vertice tenutosi ieri a Betlemme tra il Presidente italiano e quello palestinese, Mahmoud Abbas: Ugo Magri su La Stampa apre riportando le parole di Abbas in merito alla collaborazione con le autorità israeliane sul fronte della sicurezza ma richiama anche i suoi attacchi a Israele (tra cui l’accusa “di voler cambiare i connotati di Gerusalemme, sacra per tre religioni”, ovvero quello che è accaduto con la risoluzione dell’Unesco proposta proprio dai palestinesi).
Una valutazione più complessiva della visita in Israele e nei territori palestinesi di Mattarella, quella invece firmata da Angelo Piccariello su Avvenire: “Mattarella – si legge – non ha rinunciato a svolgere un ruolo attivo, facendo leva sul grande ascolto che il nostro Paese ha da entrambi le parti di un processo di pace che vive una fase di ‘stallo’, come ha detto lo stesso capo dello Stato in questi giorni”.

Entrando a Mosul, l’ultima battaglia. L’esercito iracheno è riuscito a sfondare ed entrare – dopo un lungo assedio – nella roccaforte dell’Isis in Iraq, Mosul. Sul Corriere, in prima pagina, il racconto di una battaglia che “ora si fa più delicata” e sarà casa per casa: “L’Isis sta spostando il meglio dei suoi circa 5.000 uomini dalla sponda orientale del Tigri a quella occidentale. Qui – scrive Lorenzo Cremonesi – si trova la parte vecchia della città, con il suo dedalo di vicoli, cortili e stradine che possono trasformarsi in trappole mortali per qualsiasi esercito”. “Ho visto gli uomini di Daesh (Isis) scappare da una casa all’altra. – racconta a Repubblica un soldato iracheno – Ma quando vedono che stiamo arrivando, loro costringono le famiglie rimaste a uscire, mettono le persona davanti, come uno schermo. Così non possiamo contattare l’aviazione perché colpisca la casa”.

Il Memoriale e l’aiuto concreto ai migranti. Spazio sulle pagine milanesi di Avvenire all’impegno portato avanti dal Memoriale della Shoah – Binario 21 assieme alla Comunità di Sant’Egidio in favore dei profughi. Un impegno, racconta il quotidiano, nato dal monito lanciato dalla Testimone della Shoah Liliana Segre che all’ingresso del Memoriale ha voluto fosse impressa a caratteri cubitali la parola “Indifferenza”. Una parola che “invita tutti – spiega al quotidiano Roberto Jarach, vicepresidente della Fondazione del Memoriale – a non girare le spalle ai bisogni dei più deboli e dei perseguitati”. Dall’11 luglio sono stati accolti all’interno della struttura 1.240 profughi, metà minori, soprattutto eritrei, sudanesi, somali, etiopi e afghani. E di migranti parla anche papa Bergoglio, di cui sia Repubblica sia Corriere pubblicano oggi un’intervista: “è disumano chiudere ai rifugiati ma serve prudenza, vanno anche integrati” il concetto espresso dal pontefice. “Qual è il rischio se un migrante o un rifugiato non viene integrato? Si ghettizza! – l’analisi di Bergoglio riportata da Carlo Marroni sul Sole 24 Ore – Entra in un ghetto e una cultura che non si sviluppa in un rapporto con l’altra cultura, questo diventa pericoloso”.

Caso Regeni, Egitto consegna all’Italia passaporto e bancomat. “Positiva visita al Cairo della Procura di Roma. Continua il lavoro per accertare la verità” la valutazione racchiusa in un tweet del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sull’incontro in Egitto tra i magistrati italiani e quelli locali in relazione all’indagine sul caso del rapimento e uccisione di Giulio Regeni. Alle autorità italiane sono state riconsegnati il passaporto, il bancomat e due tesserini universitari di Regeni ma “in realtà manca ancora una buona parte della documentazione sollecitata dalla Procura di Roma e i pochi passi avanti fatti per individuare movente e responsabili del rapimento, delle torture e della morte del ragazzo sono ancora frammentari e incompleti”, scrive il Corriere.

Genova e Torino, la Memoria per i deportati. Oggi, al cimitero Monumentale di Torino, le autorità civili, militari e religiose insieme con le associazioni combattentistiche, partecipano alla cerimonia in ricordo dei defunti. Tra i luoghi a cui il corteo renderà omaggio, “la lapide dei Deportati Ebrei, il cippo in ricordo dei deportati e degli ex internati nei lager, le tombe dei partigiani, il cippo dei Caduti per la Guerra di Liberazione” (La Stampa Torino). Domani invece a Genova si terrà la marcia silenziosa organizzata dalla Comunità ebraica cittadina assieme alla Comunità di Sant’Egidio per ricordare la deportazione da parte dei nazifascisti, nel 1943, di duecento ebrei dal capoluogo ligure (Secolo XIX Genova).

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked