Intervista al ministro della Cultura
Franceschini racconta il Meis
“Importante iniziare da Israele”

“Il Museo Nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara è un progetto che vuole raccontare la storia degli ebrei italiani al nostro Paese e al mondo”. Ed è per questo che, per la prima presentazione internazionale, è stata scelta Israele. “Non poteva essere altrimenti”, ha spiegato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, parlando con Pagine Ebraiche a margine dell’evento organizzato dal Meis al Museo Eretz Israel di Tel Aviv, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una grande occasione per raccontare il Meis, ovvero il Museo che “servirà a conservare la Memoria ma al contempo parlerà al futuro, e si inserirà nel sistema museale nazionale e internazionale ebraico e non”, le parole del ministro. Un concetto ribadito nel suo saluto al Capo dello Stato anche dal presidente del Meis Dario Disegni, presente all’incontro assieme al direttore del Museo Simonetta Della Seta. Entrambi sono stati ringraziati da Franceschini per l’impegno dimostrato dal loro insediamento così come quello portato avanti dal sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, che in Israele ha portato il manoscritto originale del Giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani. E il ministro ha espresso gratitudine anche alla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni così come al suo predecessore, Renzo Gattegna, per il significativo ruolo giocato dall’ente all’interno della Fondazione e del progetto Meis. Un’iniziativa, spiega a Pagine Ebraiche Franceschini, che ha riscosso molto interesse dal ministro della Cultura israeliano Miri Regev: “ci siamo incontrati a Gerusalemme e abbiamo parlato della firma per rinnovare il protocollo bilaterale nell’ambito della cultura. In maggio il ministro Regev sarà in Europa e sarà l’occasione per siglare il rinnovo e ha espresso il desiderio di essere portata a vedere il Meis”. Rispetto al protocollo in sé, Franceschini spiega che toccherà diversi ambiti: “stiamo ragionando su molti punti, che vanno dalla parte archeologica alla parte cinema, scambi di mostre, collaborazioni tra musei”. Un esempio significativo, dunque, di quanto sia stretta la collaborazione tra Israele e Italia.
Il ministro ha ricordato il grande impegno del governo per il Meis così come per altre iniziative come il restauro delle catacombe ebraiche di Villa Torlonia e confermato che l’attenzione per il prezioso patrimonio ebraico italiano da parte delle istituzioni continuerà e verrà anche ampliato con nuovi progetti.
Nella suo breve viaggio in Israele, Franceschini ha anche visitato a Gerusalemme la Comunità ebraica degli Italkim con la splendida sinagoga di Conigliano e il Museo d’Arte ebraica italiana U. Nahon, accompagnato tra gli altri dall’ambasciatore italiano in Israele Francesco Talò e dal presidente del Comites Gerusalemme Beniamino Lazar. “Dalla visita alla mostra sui 500 anni del Ghetto di Venezia (al Museo Nahon), al convegno su Natalia Ginzburg, fino alla bellissima mostra sull’emigrazione ebraica dai porti italiani nel dopoguerra e l’esposizione del manoscritto di Giorgio Bassani”, ha spiegato Franceschini sono il segnale dell’intreccio proficuo tra culturale ebraica, Italia e Israele. “E non potevamo che iniziare da qui per presentare il Meis” al grande pubblico internazionale. Poi una piccola testimonianza su Gerusalemme, visitata per la prima volta: “Certo ventiquattro ore non bastano per visitarla. Veramente un posto incredibile. Un luogo unico al mondo, oltre alla bellezza architettonica e artistica. Regala la sensazione di una convivenza complicata ma al contempo affascinante”.

Daniel Reichel

(3 novembre 2016)