Impegno e vitalità del linguaggio
Una mostra racconta Baumann
“Eclettico, polimata, poliedrico, sfacciato, cantastorie, istrione. Su Alberto Baumann è stato proprio detto di tutto e non sempre positivamente; ma per me era e rimane ‘mio padre’: un innato comunicatore multifacciale al servizio della comunità, della famiglia, di chi gli volesse del bene” racconta il figlio Alan David.
Un’emozione palpabile ieri all’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia di Roma, dove parte dei suoi dipinti e dei suoi scritti ha trovato ospitalità nella mostra ‘Vitalità dei linguaggi’ curata da Francesca Pietracci.
Inaugurata in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica e visitabile fino al prossimo 24 gennaio, la mostra riporta la giusta attenzione nei confronti di un artista noto agli addetti ai lavori, ma ancora da scoprire per il grande pubblico. Una figura la cui memoria, a due anni dalla scomparsa, è quanto mai viva negli ambienti della cultura romana. Anche nel ricordo del formidabile sodalizio che costituì assieme alla compagna, la grande pittrice Eva Fischer.
“Quando giro per Trastevere sento il suo vuoto, sento la sua mancanza. Alberto mi manca moltissimo” ha sottolineato con commozione il Consigliere UCEI David Meghnagi, direttore del master di secondo livello sulla Didattica della Shoah presso l’Università Roma Tre.
(4 novembre 2016)