Time out L’arroganza del giudizio
Se vince Barak Obama la democrazia è una cosa straordinaria, gli elettori hanno raggiunto una maturità nel voto che gli permette di votare il candidato migliore e gli Stati Uniti sono la rappresentazione delle magnifiche sorti e progressive della politica americana. Se vince Trump è un danno irreparabile, gli elettori hanno votato con la pancia non comprendendo i temi della campagna elettorale e il mondo è destinato inevitabilmente al fallimento. Questo è un piccolo riassunto del pensiero tipo di dopo l’elezione dell’imprenditore americano alla Casa Bianca. Dimenticando che Trump è stato votato dopo otto anni di Obama e che indicare le ragioni del voto come un voto di pancia, di rabbia e frustrazione per ragioni sociali è un giudizio saccente, arrogante e anche un po’ razzista. Il punto è che non siamo tutti politologi, sondaggisti e in grado di comprendere il mondo in ogni sfumatura. Forse non lo sono neanche queste categorie che infatti non ci hanno azzeccato nelle previsioni e ci hanno detto che sarebbe andata in un altro modo. Di sicuro c’è che declassare le ragioni degli americani in questa maniera è offensivo verso il sistema democratico. A noi che piace commentare e discutere, dovrebbe piacere di più la curiosità di capirne i motivi piuttosto che l’arroganza di stabilirne le ragioni a seconda delle nostre idee politiche.
Daniel Funaro
(10 novembre 2016)