…domande

Il Ku Klux Klan esulta e organizza sfilate per la vittoria, Orban, Le Pen, Salvini tutta la destra europea più impresentabile, quella razzista e populista per intenderci, salutano con gioia il nuovo presidente degli Stati Uniti. Spiace vedere accanto a loro Netanyahu, che saluta Trump come un amico di Israele. A parte che non sono affatto convinta che si dimostrerà davvero tale, il problema non è solo questo. Il problema è che un antisemita può anche dichiararsi amico di Israele, può sostenere gli insediamenti, può dichiarare che sposterà l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, ma resterà sempre un antisemita e un razzista, cioè qualcuno da cui gli ebrei farebbero bene a stare lontani, se proprio non vogliono denunciarlo come tale e battersi contro di lui e ciò che rappresenta. Pochi giorni prima delle elezioni americane lo aveva fatto negli States l’Anti Defamation League, invitando Trump a non usare una retorica simile a quella nazista. Già dimenticato? Un milione di ebrei americani lo ha votato. Come lo spieghiamo? Sarebbe bene che, invece di continuare ad aver paura solo di neri e musulmani e di pensare solo al loro particulare, gli ebrei americani cominciassero a interrogarsi sul razzismo e l’antisemitismo, anche quando il lupo si traveste da agnello. E noi con loro.

Anna Foa, storica

(14 novembre 2016)