Usa, antirazzisti in allarme
Nelle scorse ore si è parlato molto della nomina di Steven Bannon, ex capo del sito ultraconservatore Breitbart News, a consigliere strategico di Donald Trump. Una nomina, quella decisa dal nuovo presidente Usa, contestata tra gli altri dall’Anti-Defamation League (Adl), organizzazione impegnata nella lotta all’antisemitismo e al razzismo. Secondo l’Adl, Bannon – accusato di essere un “razzista antisemita” anche da esponenti repubblicani – non rispecchia “i valori del pluralismo e della tolleranza” su cui si fondano gli Stati Uniti.
In un’intervista al sito Yahoo News, il direttore dell’Adl Jonathan Greenblatt ha auspicato che Trump dia seguito alla promessa di essere “il presidente di tutti” e si occupi di contrastare quella realtà minoritaria, vicina ai suprematisti bianchi, che però lo ha sostenuto in campagna elettorale (basta vedere l’account twitter di David Duke per farsi un’idea).
D’altra parte lo stesso Greenblatt ha ricordato come la vittoria di Trump sia nata dal desiderio di milioni di elettori di veder cambiare il sistema. “Nella mia famiglia ci sono sostenitori di Donald Trump – ha spiegato il direttore dell’Adl – che sono ebrei e che sono allineati con il suo messaggio di dare una scossa al sistema”. I famigliari di Greenblatt fanno dunque parte di quel 23 per cento degli ebrei d’Oltreoceano che hanno sostenuto il magnate americano nella sua corsa alla Casa Bianca. Tra loro, alcuni fanno parte del più stretto entourage dello stesso Trump e possono ora aspirare – racconta l’agenzia di stampa ebraica americana – a ruoli di prestigio a Washington.
Jason Greenblatt
Uno degli ebrei più noti dello staff di Trump, è Jason Greenblatt (omonimo del direttore dell’Adl), suo consigliere per le questioni legate a Israele. Avvocato immobiliare alle dipendenze di Trump per 19 anni, Greenblatt fa parte dell’ebraismo ortodosso americano, ha studiato alla Yeshiva University di New York e, riporta la Jta, ha prestato servizio militare per Zahal (l’esercito israeliano) nei territori della West Bank negli anni 80. Negli scorsi giorni, alla radio di Zahal, Greenblatt ha spiegato che “Trump non vede gli insediamenti come un ostacolo alla pace” con i palestinesi e ha lasciato trasparire che il nuovo presidente manterrà la promessa di spostare l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme.
David Friedman
Altro consulente di Trump su Israele, è il 57enne David Friedman, esperto fallimentare e socio dello studio legale Kasowitz di New York. Figlio di un rabbino conservative, Friedman ha espresso in passato dubbi sulla soluzione dei due Stati per due popoli – “potrebbe essere una risposta, ma non credo che sia più l’unica” – e ha affermato che un eventuale annessione della Cisgiordania non danneggerebbe Israele in qualità di Stato ebraico.
Ivanka Trump e Jared Kushner
Due figure chiave per Trump sono poi stati la figlia Ivanka e suo marito Jared Kushner. La prima si è convertita all’ebraismo ortodosso proprio per amore del secondo. Ivanka è stata il volto moderato di Trump lungo la dura campagna politica americana, sottolinea la Jta, cercando di ammorbidire i toni paterni su questioni come l’immigrazione e prendendo le sue parti dopo lo scandalo del video con commenti misogini annessi. Fondatrice del marchio di moda Ivanka Trump Collection, è stata inserita nella lista stilata da Fortune dei 40 under 40 di successo del 2014. L’anno successivo sarà il marito Jarod Kushner a comparire nella stessa lista.
Figlio di una famiglia di immobiliari di New York, Kushner “ha giocato un ruolo cruciale nella campagna del presidente – scrive l’agenzia di stampa ebraica – soprattutto per quanto riguarda Israele”. È stato lui infatti a far guadagnare al suocero una standing ovation all’Aipac – l’organizzazione americana che sostiene Israele – collaborato alla redazione del suo discorso. Nel 2006, a 25 anni, Kushner ha comprato il giornale Observer. Due anni più tardi è diventato amministratore delegato della società di suo padre, Kushner Properties, dopo che quest’ultimo fera finito in prigione per evasione fiscale, donazioni elettorali illegali e falsa testimonianza.
d.r.