A Bookcity con Pagine Ebraiche Manipolati dai social network Quell’odio 2.0 che ci minaccia
Umberto Eco (nell’immagine) aveva avvertito i naviganti: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli, che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività e venivano subito messi a tacere. Ora invece hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”. Il problema è che questa “legione di imbecilli” ingrossa sempre più le sue file e minaccia la serena convivenza nella società reale come dimostra un’indagine pubblicata poche settimane fa dall’Antidefamation League, organizzazione che combatte l’antisemitismo e tutte le forme d’odio. Secondo questa analisi sui social network tra l’agosto 2015 e il luglio 2016 gli attacchi antisemiti sono letteralmente esplosi ovvero nel periodo più caldo della campagna elettorale. La task force formata da esperti dell’Adl ha registrato nell’arco di questo tempo, 2,6 milioni di tweet a carattere antisemita. Molti di questi cinguettii erano diretti da sostenitori di Donald Trump – nuovo presidente Usa – a giornalisti che l’avevano più o meno criticato. E lo stesso Trump, seppur non con la retorica antisemita, ha più volte utilizzato Twitter come arma per colpire i suoi avversari politici e non. Come tutto questo abbia avuto effetto sulla società, è ancora oggetto di studio ma i dati dell’Antidefamation League sono allarmanti. E per capire di più di come si è arrivati a questa degenerazione social, la redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha organizzato, nell’ambito di Bookcity, l’incontro La Rete, l’odio online e il ritorno alla giungla. A confrontarsi sul palco del Teatro Franco Parenti, assieme alla giornalista Ada Treves, ci saranno tre esperti di altrettante discipline che cercano di capire il fenomeno della violenza online, ovvero il filosofo Giulio Giorello, il giurista Carlo Melzi D’Eril e il sociologo Giovanni Ziccardi.
Quanto dobbiamo preoccuparci di questa “legione di imbecilli”, che sempre più si fa condizionare da tesi complottiste e attacca indiscriminatamente i professionisti dell’informazione? Secondo l’Adl infatti sono stati i giornalisti i più colpiti dall’ondata di odio online presa in esame: 19.253 tweet antisemiti pubblicati contro diversi giornalisti americani. Secondo la relazione più di due terzi dei questi tweet provenivano da 1600 profili ben precisi. E, andando ad analizzare le bio scritte in questi ultimi, venivano fuori molto spesso le parole “Trump”, “nazionalista”, “conservatore”, “bianco”.
“Il picco di odio che abbiamo visto online in questo ciclo elettorale è estremamente preoccupante e diverso da qualsiasi cosa che abbiamo visto nella politica moderna. Mezzo secolo fa, il Kkk bruciava le croci. – ha ricordato il direttore dell’Adl Jonathan Greenblatt – Oggi, gli estremisti stanno cercando di mettere a ferro e fuoco Twitter”.
(18 novembre 2016)