A Bookcity con Pagine EbraicheIl conformismo degli odiatori 2.0
“L’odio on-line è diventato una valuta di scambio, porta consenso e chi dovrebbe arginarlo, il mondo della politica e della stampa, non lo fa, anzi lo sfrutta”. Il propagarsi della violenza sulla Rete ha dei responsabili, ha spiegato questa mattina davanti a una sala gremita il sociologo Giovanni Ziccardi, protagonista dell’incontro organizzato nel quadro di Bookcity Milano dalla redazione di Pagine Ebraiche al Teatro Franco Parenti. A coordinare l’incontro che ha visto Ziccardi, dialogare con il filosofo Giulio Giorello e il giurista Carlo Melzi D’Eril, la giornalista dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Ada Treves. Davanti a un pubblico attento e partecipe, i relatori hanno individuato alcuni dei punti chiave legati alla diffusione dell’odio online, tema dell’incontro. Tra questi, come spiegava Ziccardi, il fatto che chi dovrebbe porvi un freno, in primo luogo la politica e i media, lo alimentano con retoriche violente e informazioni distorte. Il problema, ha sottolineato Giorello, è che su internet prende forma “in maniera devastante il conformismo”: ovvero le persone cercano nel mondo virtuale chi condivide le proprie idee, formano gruppi che ne attaccano altri o colpiscono i singoli, e non accettano le opinioni diverse dalle proprie.
Di fronte a questa situazione però, la riflessione del giurista Carlo Melzi D’Eril, la cura non può essere il diritto, men che meno il diritto penale. Quest’ultimo, ha sottolineato Melzi D’Eril, è uno “strumento violento per definizione, bisogna optare per la compressione delle libertà solo ed esclusivamente se sono stati offesi beni come la libertà o il patrimonio”. L’odio online è difficile da configurare all’interno di questa cornice e per il giurista non è attraverso una norma penale che si può trovare una soluzione ma attraverso l’educazione, soprattutto delle nuove generazioni.
Di Storia e del valore di studiarla si è parlato invece nell’altro appuntamento organizzato a Bookcity dalla redazione UCEI: “Quando finisce questa Storia? Anima, corpo e destino nel pensiero di Yuval Harari e Serge Gruzinski”, il titolo dell’incontro che ha visto protagonisti nella prestigiosa Sala delle Colonne del Circolo Filologico, il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale a colloquio con lo storico sociale delle idee David Bidussa e il nuovo direttore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea Gadi Luzzatto Voghera. La riflessione, come suggerisce il titolo, è gravitata attorno ai libri di due grandi pensatori moderni, il francese Serge Gruzinski e l’israeliano Yuval Harari: il primo autore di “Abbiamo ancora bisogno della Storia? Il senso del passato nel mondo globalizzato”, il secondo di “Homo Deus: A brief History of Tomorrow”.
Nel pomeriggio, infine, in collaborazione con il Touring Club Italiano, la redazione darà voce allo storico della letteratura Alberto Cavaglion, autore di “Verso la terra promessa. Scrittori italiani a Gerusalemme da Matilde Serao a Pier Paolo Pasolini”, che assieme allo studioso Bruno Pischedda e il giornalista Paolo Salom (Corriere della Sera), racconterà al pubblico il legame tra Gerusalemme e alcuni delle più importanti penne della letteratura italiana.
(20 novembre 2016)