…solitudine

“Chi ha memoria è in grado di vivere nella fragilità del tempo presente”: Bidussa citava ieri “Nostalgia della luce” del cileno Patrizio Guzmàn. È un problema che forse non abbiamo ancora messo in luce ma che ci troveremo presto ad affrontare. Perché, nonostante molto si continui a parlarne, la memoria sta scomparendo. Viviamo senza aver dietro alcuno spessore un presente che ci affanniamo a volere gratificante, ma che invece è solo piatto, come l’encefalogramma di un morto. Un presente che è riempito di rumori, paure, odi, violenza, mancanza, ma che è sottile come la carta velina. Non solo la memoria scompare, ma anche la storia non ci appartiene più. Siamo perché siamo qui ora, non per quello che ci ha formato, per le cose che abbiamo visto, per quelle che abbiamo sofferto, per ciò per cui ci siamo battuti, per quello che abbiamo perduto. È anche una conseguenza della rivoluzione digitale, certo, ma non è solo quello. È anche mancanza di curiosità, di interesse verso il mondo. Ignoranza di cui non ci si vergogna più. In questo mondo appiattito, solo i nostri interessi immediati ci sollecitano, solo le nostre paure ci muovono. Siamo soli come individui, ergiamo ghetti e muri come popoli. E non vedo strade per dare spessore a questo presente, per restituire realtà ad un mondo che sembra assomigliare sempre più ad un reality show. E intanto si muore, come in Siria, e questa è realtà, ma a chi importa?

Anna Foa, storica

(21 novembre 2016)