JCiak – Magico Hummus

Gli avvisi sono comparsi nei supermercati americani lo scorso fine settimana. Sabra, il produttore di humus più popolare degli Stati Uniti, ha ritirato la più recente produzione perché sospetta di essere contaminata. La notizia, che poteva restare confinata nell’ambito della grande distribuzione, è subito dilagata sui media con il sapore di una catastrofe. Niente di strano, perché anche nella patria degli hamburger il sapore speziato della salsa di ceci ha conquistato tutti anche se pochi sanno da dove viene. Le risposte arrivano, in allegria, da Hummus! the Movie di Oren Rosenfeld, in programma stasera al Pitigliani Kolno’a Festival a Roma, che ci mostra gli uomini e le donne per cui il hummus non è solo cibo ma un’idea capace di affratellare, nel nome del gusto, popoli altrimenti nemici.
“Tutti amano il hummus”. “È magico”. “È delizioso”. Gli intervistati non hanno dubbi. Il mix di ceci e spezie da cui scaturisce la meravigliosa salsa è unico e impareggiabile. Forte di questa certezza, il documentario ci conduce nell’universo del hummus in un tripudio di colori e pietanze.
Incontriamo Jalil Dabit, arabo cristiano, ultimo discendente di una famiglia che gestisce un ristorante di hummus dal 1948 e sperimenta un’innovazione dopo l’altra, sognando di espandere l’attività magari aprendo una succursale e Berlino.
Incontriamo Olivier, monaco benedettino che nella capitale israeliana del hummus, Abu Ghosh, da anni insegue la ricetta perfetta. Incontriamo Suheila al-Hindi, unica donna musulmana a gestire un ristorante nel mercato arabo di Akko, che fin da ragazza si è impegnata con tutte le forze a salvare il business di famiglia. Ce l’ha fatta, grazie a un’abilità che l’ha portata a trionfare anche al Golden Pita Award for the Best Hummus. Ma Abu Shukri, titolare di un famoso ristorante di hummus di Abu Ghosh, è ancora convinto che il hummus è un lavoro da uomini. infine Eliyahu Shmueli, che dopo una giovinezza in giro per il mondo, ha riscoperto le sue radici ebraiche ed è ora membro della comunità hasidica di Breslav oltre che titolare di una catena di ristoranti kasher di humus.
Ad accomunare i tre protagonisti del film, che non potrebbero essere più diversi fra loro, è la passione per il hummus, per la sua storia, per la sua eccellenza. Ognuno di loro ha una ricetta segreta che si rifiuta di svelare (il segreto pare stia nella qualità e quantità di tehina). Per ciascuno di loro rappresenta qualcosa che va al di là del semplice cibo ed è appartenenza, esplorazione, redenzione.
Non è semplice fare un documentario su Israele senza affrontare la situazione politica e mostrare soldati, posti di blocco o proteste, ammette il regista Oren Rosenfeld. Ma, garantisce, Hummus! the Movie non è affatto una fuga dalla realtà. Attraverso i volti e le voci del film, dice “presentiamo un’immagine del multiculturalismo israeliano, in cui il comune denominatore è il hummus”.

Daniela Gross

(24 novembre 2016)