Shir Shishi – “Ora, i denti dei lupi”
Il poeta Ronny Someck di cui ho già avuto modo di scrivere in questa rubrica, ha reagito con una lirica dura e sconvolgente alla paura espressa dalla poesia di Amir Gilboa, “Cerbiatta io ti manderò”. La gazzella, metafora della figlia e della purezza, diventa nella poesia di Someck, emblema dell’innocenza violata dal mondo dei lupi, di uomini e guerre, che attendono con le zanne scoperte e gli artigli affilati, pronti ad attaccare l’essere indifeso. Someck pronuncia un’accusa forte nei confronti di chi abbandona la figlia, demarca la responsabilità e non nasconde la verità dietro a un lessico bello e poetico, nel componimento “Ora, i denti dei lupi” del 1977.
Ora, i denti dei lupi nel ventre della gazzella,
macchie di sangue rapprese sul suo collo,
ai piedi i profumi del bosco
e labbra pesanti di racconti di quel viaggio,
quando l’avevi mandata via mentre le rughe
si assiepavano come lupi sul tuo volto,
gli occhi stavano rintanati nelle orbite e fuori
faceva caldo e freddo,
freddo e caldo,
un tempo sballato.
E intanto i lupi bevevano vodka in tuo onore, nelle feste dello stupro, nelle notti del suo corpo.
Sarah Kaminski, Università di Torino