dolore…

Leggendo la parashà di questa settimana, veniamo accompagnati dal dolore per la morte di Sarah alla decisione di Abramo di mandare Eliezer a cercare una moglie per Isacco.
Il dolore apre i versetti di questa porzione biblica settimanale, il dolore li caratterizza, li definisce con forza e con forza viene superato per la ricerca e la costruzione di una nuova famiglia, quella di Isacco, il futuro. Il dolore per la morte di Sarah è profondo, drammatico eppure Abramo deve superarlo, sceglie di superarlo e di concentrarsi sul “dopo”. Perché esiste un “dopo”, per ogni dolore, per quanto terribile, per quanto lancinante, per quanto il dolore possa aver gelato ogni nostro pensiero, sentimento, azione. Il “dopo” non è una scelta, è un “fatto” prima di ogni cosa, un elemento naturale e solo dopo diventa una scelta, un impegno, un richiamo. Possiamo decidere di non cedere alla naturalità del dopo e di rimandarlo, di negarlo, di rifiutarlo, ma arriva comunque il momento in cui siamo catapultati nel “dopo” anche contro il nostro volere. Scegliere, invece, di superare il dolore attraverso il suo “dopo”, di impegnarsi per esso, di ripartire da esso senza che questo geli la nostra esistenza non è espressione di superficialità, bensì un agire consapevole. In una lettera scritta ai propri figli subito dopo la secondo guerra mondiale Rav Eliahu E. Dessler, il Michtav MeEliahu, scrisse: “[…] La nostra generazione non è come le altre . E’ una generazione di distruzione. Sappiamo cosa vuol dire una generazione di distruzione? No, non possiamo né capirlo, né pensarlo, non possiamo nemmeno credere che sia possibile…ma è la verità[…] E dopo la distruzione…cosa ci aspetta? Uccidere anche in noi le ultime scintille di quella meravigliosa vita di cui siamo stati testimoni- le scintille della vita dello spirito? NO! NO! NO! Ad ogni costo no! Mille volte no! La nostra intera vita non dovrà essere niente altro che la ricostruzione di quella che è stata distrutta, niente, niente altro che una resurrezione dei morti! Non possiamo avere interesse per niente altro.[…] Quando Abramo manda Eliezer a cercare una moglie per Isacco non si sta solo occupando della famiglia di suo figlio e del futuro del popolo ebraico, sta ricostruendo santità, sta rendendo Sarah eterna, si sta proiettando nel “dopo”, creando vita, a scapito del dolore per la stessa vita appena persa.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(25 novembre 2016)