Qui Triesta – In difesa della Memoria

img_0650La Memoria della Shoah non può e non deve essere strumentalizzata. Lo hanno rivendicato con forza ieri le persone scese in piazza Unità d’Italia a Trieste per contestare la scelta di un gruppo di filopalestinesi di riunirsi presso la targa in memoria delle leggi razziste del 1938 per promuovere i propri slogan (la manifestazione, si legge nel volantino, era stata denominata “Diamo luce alla pace: giornata mondiale di solidarietà con il popolo palestinese”). Un chiaro tentativo, quello di questi ultimi, di fare un parallelismo vergognoso quanto impossibile tra le infami leggi del 1938 – che Mussolini annunciò proprio da piazza Unità il 18 settembre settantotto anni fa – e la situazione attuale dei palestinesi (ieri ricorreva l’anniversario del voto alle Nazioni Unite che sancì la ripartizione della Palestina mandataria in due Stati, decisione che portò alla nascita d’Israele. La divisione sancita dall’Onu, che prevedeva anche uno Stato palestinese, non fu mai accettata dal mondo arabo). In silenzio e senza fare provocazioni, molti membri del Consiglio della Comunità ebraica di Trieste e della Keillah – ma non solo – si sono radunati nei pressi della targa per dare affermare con chiarezza che la Memoria della Shoah e delle sue vittime non possono essere distorte né mistificate. Tra coloro che erano in piazza, anche Fulvia Levi, che era presente quel 18 settembre 1938.

(30 novembre 2016)