Setirot – Realpolitik

jesurumCos’è se non (saggia) Realpolitik quella che sta dietro alla nuova fase delle relazioni tra Israele e Turchia iniziata pochi giorni fa con l’insediamento ad Ankara dell’ambasciatore Eitan Na’eh? Questioni di collaborazione in ambito energetico – i gasdotti turchi potrebbero portare in Europa il gas del giacimento Leviathan – e nell’ambito della sicurezza – il comune impegno a combattere il terrorismo islamista di Daesh – hanno spinto i due governi a “dimenticare” la brutta storia della Freedom Flotilla (Mavi Marmara) del 2010. E il presidente Reuven Rivlin ringrazia saggiamente il suo omologo Recep Tayyip Erdoğan – non esattamente un campione di democrazia – per essere stato uno dei primi ad aiutare Israele a spegnere gli incendi divampati nelle scorse settimane. Poco importa che il semi-dittatore di Ankara abbia recentemente condannato Gerusalemme per le «politiche di oppressione, deportazione e discriminazione messe in atto contro i fratelli palestinesi dal 1948 a oggi» invitando «tutti i musulmani a sostenere la causa palestinese».
Chissà che cosa diranno adesso le anime belle sempre pronte a tacciare di tradimento chi cerca realmente un dialogo con il nemico sulla via della soluzione Due Stati per due popoli e a marchiare con l’infame bollo di ebrei odiatori di se stessi coloro che criticano le politiche della destra nazionalista di Netanyahu&C.

Stefano Jesurum, giornalista

(8 dicembre 2016)